
Tra le 300 e 400 persone si sono riunite questa mattina presso il Mercato coperto di Mendrisio per dire no a salari al di sotto del minimo legale nell’ambito della manifestazione popolare “Poro Tisin”, indetta dai sindacati Ocst e Unia. Una protesta contro i sotterfugi orchestrati per aggirare il salario minimo, che entrerà in vigore il prossimo dicembre. A capeggiare in bella mostra nel centro della piazza uno striscione con la scritta “vergogna” che, al termine dei discorsi, è stato portato davanti alla Plastifil, una delle tre ditte del Mendrisiotto che hanno sottoscritto il CCL con l’organizzazione TiSin e Ticino Manufactoring.

A prendere la parola per primi in piazza sono stati Giorgio Fonio (Ocst) e Vicenzo Cicero (Unia), in prima linea nel denunciare pratiche irregolari e sottolineare come i lavoratori siano stati umiliati e offesi. “Certi imprenditori dovrebbero farsi un giro in Magistratura”, ha detto Fonio. “C’è chi ha provato a spostare l’attenzione sul fatto che questa è una lotta sindacale, non è vero: i veri sindacati oggi sono qui”, hanno ribadito i diversi sindacalisti (presenti anche Natalia Ferrara di Asib e Francoise Ghering del Sev) che si sono susseguiti sul palco. “Sono qui a dire no allo sfruttamento, sì a un’economia sana che non faccia differenza tra lavoratori residenti e frontalieri, che permetta a tutti di dare un futuro ai propri figli”.
A prendere la parola anche un dipendente della Cebi, altra azienda momò che ha sottoscritto il CCL di TiSin e Ticino Manufactoring. “Sono qua a testimoniare il licenziamento di una collega a 64 anni, dopo che avevano cercato di convincerla ad andarsene prima”.
Un’ulteriore manifestazione è stata annunciata per sabato 30 ottobre.

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