Demografia
Popolazione in aumento, Dandrea: "In Ticino cresciamo solo grazie all'immigrazione estera"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
8 mesi fa
Svizzera da quasi nove milioni di abitanti. A Ticinonews abbiamo analizzato con un esperto i dati pubblicati questa mattina dall’Ufficio federale di statistica.

Quasi 9 milioni di abitanti in Svizzera. Un saldo migratorio da record – complice l’arrivo di numerosi ucraini con statuto S – ha portato nel 2023 a un aumento della popolazione elvetica che non si vedeva dagli anni '60. Delle cifre pubblicate dall’Ufficio federale di statistica (UST) ne abbiamo parlato con l’economista ed esperto Ivano Dandrea. “La portata è sorprendente: 150mila abitanti in più in Svizzera in un solo anno penso sia un record quasi storico. E sorprende anche la composizione di questo aumento: il 95% è dovuto a un saldo migratorio internazionale, mentre l’apporto della popolazione autoctona, quindi del saldo naturale svizzero, è molto basso (solo il 5%). È una Svizzera quindi sempre più attrattiva – una nazione rifugio - in un contesto europeo e internazionale sempre più preoccupante”.

Sguardo al Ticino

È interessante poi dare un occhio ai Cantoni. Dandrea definisce quella ticinese una situazione anomala. “Il saldo naturale nel Cantone è nettamente negativo, il peggiore della Svizzera. Se la popolazione in Ticino cresce, lo si deve unicamente ai flussi migratori internazionali che compensano la perdita di popolazione ticinese. Anche questo è un tema che dovrebbe far riflettere, tanto più se aggiungiamo a questo che questa popolazione, purtroppo, è piuttosto anziana. Quindi il Canton Ticino ha un rapporto di dipendenza dagli anziani che, in questo momento, è il peggiore della Svizzera. E sta peggiorando ancora, tanto che presto o tardi bisognerà prendere delle misure”.

Livello svizzero

Tornando a livello elvetico, per quanto concerne le misure che intendono mettere un tetto massimo alla crescita della popolazione, Dandrea invita alla prudenza: “La Svizzera ha bisogno di un’immigrazione di qualità, di giovani che vengono a lavorare sul territorio con competenze che non riusciamo sempre a trovare. Per questo serve prudenza: evidentemente quando si taglia si rischia di tagliare anche i rami più vitali soprattutto per la nostra economia”, ha concluso l'economista.