
Il tema del pollo trattato al cloro torna al centro delle preoccupazioni dopo la recente intesa – ancora tutta da definire – tra Svizzera e Stati Uniti. Le associazioni dei consumatori osservano da vicino gli sviluppi e chiedono regole chiare per evitare confusione tra gli acquirenti. La segretaria generale dell’ACSI, Antonella Crüzer, sottolinea: “Il consumatore deve poter trovare le informazioni chiare sulle etichette”.
Etichette e menù: la ristorazione in prima linea
Non solo etichette nei negozi, ma anche menù dei ristoranti: è questa la richiesta che arriva dal settore gastronomico. Per il presidente di Gastroticino, Massimo Suter, è essenziale garantire la massima trasparenza. “Deve essere esplicitato sul menù se si tratta di pollo trattato con il cloro” ha evidenziato.
Carne bovina e ormoni, un'altra questione aperta
Sul fronte delle carni bovine, gli accordi in discussione prevedono la possibilità di importare fino a 500 tonnellate l’anno dagli Stati Uniti. La legge svizzera già consente l’ingresso di carne trattata con ormoni, purché indicato sull’etichetta. Tuttavia, nel settore della ristorazione tali indicazioni sono spesso assenti o difficili da applicare, rendendo poco trasparente la scelta per i consumatori. Per il presidente di Gastroticino in questo caso è sufficiente indicare la provenienza della carne sui menù, non l'utilizzo di ormoni.
Le preoccupazioni non mancano
È uno scenario ancora aperto quello dell'importazione del pollo al cloro ma le preoccupazioni non mancano. Per Crüzer, infatti, il rischio è che il consumatore perda la fiducia nel prodotto svizzero e che decida di acquistare dove le garanzie sono più elevate, ad esempio dall'Unione Europea.
