Ticino
“Servizio pubblico fazioso”
Foto CdT/Gabriele Putzu
Foto CdT/Gabriele Putzu
Filippo Suessli
4 anni fa
La Lega dei Ticinesi risponde alle critiche rivolte a Norman Gobbi e al Dipartimento delle istituzioni, attaccando Falò: “Ricostruzione parziale”

Anche la Lega dei Ticinesi scende in campo nella questione dei permessi per stranieri. Dopo il servizio di Falò di giovedì scorso, che ha mostrato le difficoltà e i controlli subiti da alcune persone che avevano chiesto il rinnovo o la concessione di un permesso, sono molte le forze politiche che si sono espresse. Ps, Plr, Mps e Verdi hanno chiesto chiarimenti attraverso atti parlamentari e, nel caso dei socialisti, chiedendo di attivare l’Alta vigilanza sul Consiglio di Stato.

Ora prende la parola anche il partito di Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni: “La Lega dei Ticinesi ancora una volta si vede costretta a denunciare la faziosità del servizio pubblico della RSI e la strumentalizzazione a scopi politici di alcuni temi sensibili, con l’unico obiettivo di mettere in cattiva luce l’operato degli esponenti del movimento”, si legge in una nota. “Solo così può essere interpretato il contenuto del servizio giornalistico della puntata di falò dello scorso 3 settembre. Quella che da tutti i media benpensanti viene definita ‘inchiesta giornalistica’ presa come oro colato nient’altro è se non una ricostruzione parziale di fatti che toccano da un lato gli interessi di cittadini – in questo caso stranieri – e dall’altro il lavoro degli uffici dell’amministrazione cantonale. Se la realtà dei fatti fosse veramente quella ricostruita da falò, con molta probabilità – alla luce solo degli elementi mostrati nel servizio - anche la decisione presa dall’ufficio della migrazione sarebbe stata diversa”.

La Lega critica anche la scelta delle persone interpellate durante il servizio, in questi termini: “Interviste a persone con interessi personali e politici ben chiari: tutto questo ha la caratteristica di una vera e propria imboscata politica a cui il servizio pubblico, pagato con i soldi di tutti i cittadini, mai e poi mai dovrebbe prestarsi”. In conclusione, il movimento di via Monte Boglia esprime il suo sostegno per “l’operato del Dipartimento delle istituzioni e dei suoi uffici in questo particolare ambito dei permessi per i cittadini stranieri che prendono dimora in Ticino e che giungono da noi come lavoratori frontalieri. Un lavoro coerente che ha dato ottimi risultati nel campo della sicurezza e che dovrebbe anzi essere potenziato per eliminare tutti gli abusi sia nel settore delle prestazioni sociali, sia in quello dei contratti salariali, dove il dumping sfavorisce sempre di più i lavoratori residenti rispetto ai frontalieri”.

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