Ticino
“Garanzie negate agli stranieri”
Foto CdT
Foto CdT
Filippo Suessli
4 anni fa
Due atti parlamentari del gruppo ecologista chiedono chiarezza sui controlli dell’Ufficio stranieri

Anche i Verdi scendono in campo nella questione dei permessi per stranieri sollevata dalla trasmissione Falò della Rsi. Per chi commette infrazioni al codice della strada o per chi viola norme amministrative, scrive il gruppo parlamentare ecologista, “le norme di procedura prevedono garanzie alle persone coinvolte che invece da anni nel Cantone vengono negate agli stranieri residenti in Ticino coinvolti nelle perquisizioni al domicilio e nei lunghi interrogatori”. Per questo motivo, tutti i granconsiglieri dei Verdi (Nicola Schoenenberger, Cristina Gardenghi, Claudia Crivelli Barella, Marco Noi, Samantha Bourgoin, Andrea Stephani) hanno firmato due interrogazioni al Consiglio di Stato.

Nella prima, appunto viene chiesto come mai queste garanzie di tutela non siano concesse a chi chiede il rinnovo di un permesso. Queste le domande per esteso:

1. Quale è la base legale su cui si fondano le centinaia di perquisizioni effettuate dalla Polizia Cantonale e dalla Polizia Comunale (fornendone il numero negli ultimi cinque anni compreso il 2020.) presso centinaia di titolari di permesso B e di permesso C, senza preavviso, anche il mattino presto, compiendo verifiche in tutti i locali del domicilio, frugando negli armadi e nelle scrivanie e ponendo domande ai presenti che rientrano nella sfera privata personale segreta protetta dalla legislazione federale sulla protezione dei dati?
2. Per quale motivo le informazioni e le dichiarazioni raccolte presso i titolari di permesso B e di permesso C non vengono verbalizzate e sottoposte per la firma alla persona interrogata?
3. Per quale motivo gli interrogatori di titolari di permesso B e di permesso C, che possono durare anche ore, vengono effettuati senza preavviso e senza l’assistenza di un patrocinatore legale? In altre parole, come mai lo Stato tratta i titolari di permessi con meno garanzie rispetto a quanto non faccia con un delinquente?
4. Qual è il tenore delle circolari e direttive interne emanate dal Consiglio di Stato rispettivamente dal Dipartimento delle istituzioni o da altri organi di quest’ultimo allo scopo di adeguare la suddetta prassi della Sezione della popolazione al contenuto delle sentenze del Tribunale cantonale amministrativo dopo che questi aveva annullato numerose decisioni della Sezione della popolazione (p.f. allegare testi integrali)?
5. Per quale motivo la prassi di inchiesta e decisionale della Sezione della popolazione non è ancora stata adeguata al contenuto delle numerose sentenze del tribunale cantonale amministrativo che ha già annullato numerose decisioni fondate su questa prassi?
6. Come si giustifica l’apparente deviazione dai compiti istituzionali della polizia nelle prassi adottate per gli accertamenti relativi ai rinnovi del permesso B e C?
7. La prassi investigativa e la prassi cantonale di applicazione restrittiva della legge introdotte negli ultimi anni da parte della Sezione della popolazione è stata sottoposta per verifica alle autorità federali che esercitano l’Alta vigilanza sull’applicazione della legislazione federale sugli stranieri?

“Spreco delle forze di polizia e danni per l’economia ticinese”

Il secondo atto parlamentare, invece, si concentra sull’impiego degli agenti di polizia per i controlli sugli stranieri, così come sul fatto che la “prassi restrittiva introdotta dal Dipartimento delle Istituzioni e dalla Sezione della popolazione” crei dei danni all’economia ticinese.

Queste le domande:

1. Corrisponde al vero che persino la Camera di commercio e AITI hanno scritto al governo per deplorare “la strategia antistranieri che danneggia lo sviluppo dell’economia ticinese e delle sue imprese”? In caso affermativo, come ha risposto il governo a Cc-Ti e AITI (p.f. allegare testo integrale)?
2. Qual è il tenore delle circolari e direttive interne alla Polizia Cantonale e alle Polizie comunali riguardanti le modalità di verifica della durata e modalità di presenza in Ticino di cittadini e cittadine straniere con permesso B o C negli ultimi cinque anni (p.f. allegare testi integrali)?
3. A quanto ammontano i ricorsi effettuati contro le decisioni della sezione della popolazione negli ultimi cinque anni e in quanti casi tali decisioni sono state annullate dal servizio dei ricorsi del Consiglio di Stato? In quanti casi tali decisioni sono state successivamente annullate dal Tribunale cantonale amministrativo?
4. A quanto ammonta il tempo impiegato, negli ultimi 5 anni, da parte del Servizio ricorsi del CdS per l’evasione dei ricorsi sulle revoche di permessi B e C?
5. Qual è il tenore delle numerose sentenze mediante le quali negli ultimi cinque anni il Tribunale amministrativo del Cantone Ticino ha annullato e dichiarato illegale la prassi instaurata negli ultimi anni da parte del Dipartimento delle istituzioni (p.f. allegare testi integrali anonimizzati)?
6. Corrisponde al vero che controlli e appostamenti vengono fatti, d’ufficio, a tutti i titolari di un permesso B che richiedono un permesso C?
7. Come è possibile, malgrado la prassi usuale dei controlli a tappeto con decine di appostamenti che le dimore fittizie dei manager del gruppo Kering non siano state identificate ?
8. Quante giornate sono state impiegate da parte di agenti della Polizia Cantonale e delle Polizie comunali, negli ultimi cinque anni, per verificare se i titolari di permesso B risiedono effettivamente nel cantone Ticino per il numero minimo dei giorni previsti dalla legge?
9. Come si spiega l’importante impiego delle forze di polizia (appostamenti, controlli in casa, interrogatori, eccetera) per procedure che dovrebbero essere appannaggio della Sezione della popolazione?
10. A quanto si stima ammontino i costi relativi alle verifiche per i rinnovi di permessi B e C negli ultimi cinque anni?

© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata