Ticino
“Contro la mafia più inquirenti federali in Ticino”
Foto CdT/Chiara Zocchetti
Foto CdT/Chiara Zocchetti
Filippo Suessli
5 anni fa
Un’interrogazione chiede che il Ministero pubblico della Confederazione sposti risorse nel nostro Cantone per combattere la criminalità organizzata

La presenza della criminalità organizzata in Svizzera e, in modo particolare in Ticino, è evidente. Lo dimostra l’ultima inchiesta italo-svizzera che ha visto alcune persone indagate in Svizzera, di cui una nel Luganese. “Negli scorsi giorni la Polizia Federale ha fornito un dato molto preoccupante illustrando che in Svizzera sarebbero attive almeno 20 cellule mafiose che coinvolgono circa 400 persone”, scrivono i granconsiglieri Giorgio Fonio e Boris Bignasca in un’interrogazione al Consiglio di Stato. “I cantoni più toccati, guarda caso, sono il Ticino, il Vallese e il Canton Grigioni, ma anche città e agglomerati di molte località svizzera”, si legge nel testo degli esponenti di Ppd e Lega.

“Alla luce di quanto emerso negli ultimi giorni, riteniamo urgente ritornare su un punto già sollevato nell’interrogazione nr. 114.17 del 30 maggio 2017 da parte nostra, nella quale chiedevamo se non ‘si riteneva necessario decentralizzare il Ministero Pubblico della Confederazione a livello regionale per le inchieste relative alla lotta alla mafia’”, scrive Fonio.

Allora il Consiglio di Stato aveva spiegato che “una decentralizzazione non era ritenuta necessaria”. Fonio ora torna alla carica chiedendo che il Ministero pubblico della Confederazione porti più inquirenti a sud delle Alpi per le inchieste “con un focus mirato sulla criminalità internazionale organizzata”.

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