Ticino
Poca gente in giro ma non tutti i commerci piangono
© CdT/ Chiara Zocchetti
© CdT/ Chiara Zocchetti
Daniele Coroneo
3 anni fa
Un giro fra i negozi del centro di Lugano ci mostra un quadro del settore in chiaroscuro: la maggior parte dei commercianti lamenta un sensibile calo della clientela, ma per alcuni questo è un mese di gennaio non così diverso dagli altri

Telelavoro, quarantene e isolamenti di massa, forse anche il timore di contagiarsi: sono questi probabilmente i motivi per cui le strade del centro di Lugano in questi giorni si mostrano vuote, o quasi. “Il lavoro è calato tantissimo”, conferma un’edicolante a Ticinonews. “Mancano i ticinesi, ma anche i turisti”. Numerosi commercianti affermano quindi di trovarsi in difficoltà, lamentando un calo della clientela. Una parziale speranza giunge però dalla riduzione della durata di quarantene e isolamenti, posta oggi in consultazione dal Consiglio federale. Una misura che può aiutare anche a ridurre la penuria di personale, costretto a casa dal virus: “Proprio in questi giorni una collaboratrice è assente dal lavoro per isolamento. Non è facile lavorare in queste condizioni”, commenta l’edicolante.

Calo delle vendite
Facendo un giro per i negozi del centro cittadino, abbiamo percepito che le emozioni provate dalla maggior parte dei commercianti sono soprattutto frustrazione, sconforto e rabbia. Cifre esatte non ci vengono fornite, ma buona parte dei commerci lamenta in questo inizio dell’anno, nonostante i saldi, un sensibile calo delle vendite: per alcuni questa è una brutta sorpresa di queste settimane, contraddistinte dall’obbligo di telelavoro e dell’altissimo numero di persone a casa in isolamento e quarantena, per altri solo la continuazione di una crisi che dall’inizio della pandemia non ha fatto altro che acuirsi. “È così dal primo confinamento”, ci spiega una negoziante di abbigliamento.

Confinamento di fatto
In un altro negozio di abbigliamento ci dicono di avere appena superato il peggior dicembre di sempre e che al momento, vista l’assenza di persone in giro, è come se di fatto fossero chiusi. Impossibile sostenere le spese: “Abbiamo solo uscite e nessuna entrata”, illustra la gerente. Una sorta di “lockdown mascherato”: a questo punto, per la commerciante, “Tanto vale andare tutti in confinamento due o tre settimane. Così i contagi si ridurrebbero e la gente tornerebbe a girare”. Uno scenario che per i negozi presenterebbe un vantaggio: a una chiusura ordinata ufficialmente, inoltre, corrisponderebbero degli aiuti pubblici, uno strumento invocato da molti e – a quanto ci è stato riferito – non sempre facile da ottenere.

Effetto gennaio?
Non tutti vedono però la situazione attuale in maniera così plumbea. In effetti, ci viene spiegato, il mese di gennaio è tradizionalmente molto tranquillo, nonostante i saldi. “Le vendite sono effettivamente un po’ inferiori rispetto al gennaio 2019, ma gennaio non garantisce mai grossi affari”, commenta il proprietario di un commercio di abbigliamento. “Il 2021 non è stato un anno del tutto negativo: abbiamo avuto anche delle belle soddisfazioni e guardiamo con ottimismo al futuro”. Anche perché tempi migliori, secondo la proprietaria di un negozio di ottica, sarebbero dietro l’angolo: “Gennaio è sempre un po’ così, poi arriva la primavera e la gente torna a uscire”.

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