La polemica
"Più debito, meno democrazia? L’UDC non ci sta!"
©Gabriele Putzu
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Redazione
3 giorni fa
L’UDC ha preso posizione su Consuntivo e soglia di sbarramento. Le parole d’ordine sono "rigore finanziario e rispetto della volontà popolare".

In vista della prossima seduta del Gran Consiglio, il gruppo UDC si è riunito per definire le proprie posizioni su alcuni temi centrali. Le parole d’ordine sono – come sempre – "rigore finanziario e rispetto della volontà popolare".

"Bocciare il Consuntivo 2024"

Il Consuntivo 2024 ha chiuso con un disavanzo di 71, 8 milioni di franchi a fronte dei 130,8 mio preventivati. "Sebbene possa apparire una buona notizia, il miglioramento dei conti è dovuto essenzialmente a dei ricavi fiscali straordinari di 49,9 milioni (cifra che tralascia i ricavi di trasferimento pari a 72,6 milioni dovuti ai profughi ucraini, considerati solo nel preventivo 2025) e non a delle misure per il contenimento della spesa. Questo, ovviamente ci preoccupa", viene sottolineato in una nota stampa. Il debito pubblico ha superato i 2,6 miliardi di franchi, il capitale proprio è negativo (–215,9 milioni) e la spesa per personale, beni e sussidi "è cresciuta in modo preoccupante. Il Decreto Morisoli, accolto dal popolo, è stato ignorato anche nel 2024". Le richieste dell’UDC per interventi mirati "sono rimaste lettera morta". A detta del partito, il Governo "non ha mostrato alcuna visione d’insieme né volontà di riforma. In nome del rispetto delle cittadine e i cittadini che lavorano e vivono nel nostro Cantone, l’UDC invita a respingere il Consuntivo 2024".

"NO alla soglia di sbarramento: nessun limite alla democrazia"

A maggioranza, il gruppo UDC respinge la proposta di introdurre una soglia di sbarramento del 3% per l’elezione in Gran Consiglio. "In Svizzera il pluralismo politico è alla base della nostra democrazia. Limitare la rappresentatività significa minare la morfologia della nostra democrazia rappresentativa, che in Svizzera è essenzialmente l’espressione del popolo. Va da sé che limitare la rappresentatività nei legislativi come vorrebbe lo sbarramento non rispetta il principio cardine del nostro Paese. Si escluderebbero dei partiti o dei movimenti che seppur eletti con una percentuale contenuta di voti, rappresentano comunque una parte dell’elettorato ticinese. Cambiare le regole per agevolare i lavori è una scorciatoia, non una riforma! La democrazia è naturalmente composta da pluralità. Se davvero si vuole migliorare il funzionamento dell’attività parlamentare, si lavori sul Regolamento del Gran Consiglio. Non si intervenga sulla Costituzione per disinnescare la rappresentanza politica", concludono i democentristi.