
Si è tenuta a oggi a Chiasso la seconda esercitazione, dopo quella dello scorso autunno, per testare le misure previste in caso di arrivo della peste suina africana. La malattia, che si trova a una cinquantina di chilometri dal confine ticinese, è mortale per cinghiali e maiali, ma innocua per gli esseri umani.
L’esercitazione
La squadra intenta a simulare una ricerca di cinghiali infetti ha comunicato alla veterinaria aggiunta Chiara Menegatti di aver trovato una carcassa, appositamente collocata sulla collina del Penz. Questa volta, durante l’esercitazione, è stato utilizzato anche un drone dotato di termocamera, che segna in rosso le zone più calde. “È un ausilio di estrema utilità nelle attività che svolgiamo sul terreno nel momento in cui arriva la peste suina africana”, spiega la veterinaria aggiunta Chiara Menegatti a Ticinonews. “Ci può mostrare animali vivi suscettibili alla malattia o altri animali selvatici, ma anche persone che fanno parte delle squadre di ricerca. Allo stesso modo si può osservare lo spostamento di animali selvatici prima e dopo l'attività sul terreno”.
L’aiuto della protezione civile
Anche l’odorato di cani specializzati è un aiuto fondamentale per localizzare i cinghiali. Il Consiglio di Stato, riunito per la sua seduta extra muros a Chiasso, ha assistito proprio al momento del ritrovamento di una carcassa. Per non disperdere la malattia, le analisi del caso vengono effettuate sul posto. Ma la palla è anche in mano al posto di controllo della Protezione civile. “Il cinghiale viene depositato in un cassonetto e viene smaltito”, spiega il comandante della regione 3 Patrik Arnold. “Poi vengono trattati tutti gli attrezzi e i materiali che sono stati utilizzati per il recupero e la ricerca dell'animale. C'è una parte di decontaminazione, dove i materiali sporchi vengono trattati e puliti”.
La malattia vicino al confine
Le autorità cantonali, intanto, continuano monitorare lo spostamento della peste suina africana. Stando al veterinario cantonale Luca Bacciarini si trova a 45-46 km da Chiasso in linea d’aria. “Probabilmente la malattia seguirà il parco del Ticino, andrà quindi più a ovest. È questione di tempo, purtroppo arriverà".