Ticino
Pestaggio all'Iceberg: pene fino a 20 mesi
Redazione
16 anni fa
Il pp Nicola Respini accusava quattro giovani di origine kosovara di una lunga serie di reati, tra cui aggressione, rissa, furto e danneggiamento (VIDEO)

Lui era stato aggredito l’estate scorsa fuori dal disco Club Iceberg di Pazzallo. In quell’occasione, ci aveva mostrato le sue ferite e raccontato la sua storia e la sua versione dei fatti. Oggi, davanti alla Corte delle Assise correzionali di Mendrisio in Lugano si trovavano i quattro giovani di origine kosovara accusati di quel pestaggio. Si tratta di tre fratelli di 34, 29 e 20 anni, residenti in romandia, in Italia e a Lugano e un quarto ragazzo di 28 anni residente a Chiasso. Il Procuratore Pubblico Nicola Respini, li accusava di una lunga serie di reati: una quindicina, tra cui aggressione, rissa, danneggiamento, violazione di domicilio, furto, lesioni semplici, ricettazione, minaccia, infrazione alla legge federale sulle armi e munizioni. Tre sono però i momenti principali, attorno ai quali è ruotato il processo. Per due di loro, un’aggressione con violazione di domicilio, avvenuta a Chiasso nel novembre 2007, ai danni della ex di uno dei due, della madre di lei e tre loro amici. Una rissa al locale Oxo di Rancate il 9 febbraio di un anno fa, in cui tre di loro sono stati pestati da due connazionali. E l’ultima è appunto l’aggressione fuori dall’Iceberg, di cui devono rispondere solo i tre fratelli. Secondo l’atto d’accusa, la vittima sarebbe stata aggredita con spranghe di ferro e colpita a calci e pugni anche quando si trovava a terra. Il giovane ha riportato un trauma cranico, senza perdita di conoscenza e gravi escoriazioni. I tre si sarebbero dati alla fuga su una Jaguar solo quando questi, inginocchiatosi, aveva chiesto scusa. “Ci aveva derisi, provocati e aggrediti”. Si sono giustificati in aula gli imputati. “Siamo tornati a cercarlo, un'ora dopo, solo per chiarirci con una stretta di mano. Le spranghe le avevamo solo per difenderci”. “E’ vero che era un attaccabrighe”, ha risposto il presidente della Corte, il giudice Claudio Zali “ma la discussione era finita, voi invece l’avete aspettato fuori e non raccontatemi che era legittima difesa!”. I giovani erano difesi in aula dagli avvocati Cristina Maggini, Carlo Iazeolla, Piercarlo D'Amico e Jean-Maurice Jordi.La pubblica accusa aveva chiesto una pena di 2 anni e 6 mesi per il più giovane dei fratelli, tutt'ora in carcere preventivo alla Stampa, 2 anni per gli altri due e 18 mesi per il quarto. La sentenza, giunta verso le 18, non ha però confermato queste richieste. Il giudice Zali, ha ritenuto insufficienti le prove per la rissa avvenuta all’Oxo di Rancate. Li ha giudicati colpevoli però delle due aggressioni, comminando pene di diversa entità. Al più giovane dei fratelli, che come si è detto è già in carcere preventivo, il giudice Zali ha comminato una pena di 20 mesi da espiare. 16 mesi da espiare, invece, per il fratello maggiore e 14 mesi sospesi per 4 anni per il terzo fratello. Il quarto ragazzo ha invece ricevuto una pena di 12 mesi, anche questi sospesi.

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