
Un confederato che non pernotta negli hotel. Questo l'identikit del turista a spasso in Ticino che emerge dai dati pubblicati oggi dall'Osservatorio del turismo per quanto riguarda il settore alberghiero ticinese nel mese di settembre. Fotografia che non vale a livello svizzero, dove i pernottamenti sono in aumento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Pernottamenti in calo dell'8.2% in Ticino
Sono tornati a diminuire i pernottamenti in Ticino. Dopo un costante aumento nei primi sette mesi dell'anno, i dati hanno iniziato a scendere. A settembre questi sono infatti diminuiti dell'8.2% rispetto allo stesso periodo del 2021, con una variazione di 298'962 unità. Dall'inizio dell'anno il numero totale dei pernottamenti registrati in Ticino è di 2'141'848, con una variazione negativa del 13% rispetto al 2021, ma positiva del 12.4% rispetto alla media 2015-2019. I turisti confederati hanno fatto registrare un calo del 29.1% rispetto ai primi nove mesi del 2021, ma un incremento del 23.5% sul periodo 2015-2019. Per quanto riguarda le persone provenienti dall'estero, infine, l'aumento è stato del 70.3% rispetto al periodo gennaio-settembre dello scorso anno, mentre rispetto al periodo 2015-2019 i dati hanno mostrato un calo del 5.6%.

+14.2% a livello svizzero
Prosegue la ripresa dell'industria alberghiera svizzera: in settembre il numero di pernottamenti è aumentato del 14,2% rispetto allo stesso mese dello scorso anno, portandosi a quota 3,8 milioni. Lo indica oggi l'Ufficio federale di statistica (UST). Nel periodo gennaio - settembre l'incremento è ancora più significativo: +31,3% a 29,7 milioni di pernottamenti. Di questi, 16,6 milioni sono stati generati dalla clientela indigena (dato stabile rispetto allo stesso periodo dello scorso anno) e 13,1 milioni dagli ospiti stranieri. Questi ultimi sono più che raddoppiati in un anno (+7,0 milioni).
Arrivi in crescita dell'1.5%
A settembre in Ticino si è registrato un incremento dell'1.5% degli arrivi rispetto allo stesso periodo del 2021. A livello di unità si parla di 138'430 persone. Queste sono per la maggior parte svizzere, seguono tedeschi e italiani. Nei primi nove mesi dell'anno, viene spiegato dall'Osservatorio del turismo, il numero totale degli arrivi è di 967'146, una variazione negativa del 3.4% rispetto allo stesso periodo del 2021 e positiva del 6.6% per quanto riguarda la media del periodo 2015-2019. La variazione totale degli arrivi dei turisti svizzeri è di -22.6% rispetto al 2021 e del +16.1% se si fa un paragone con la media 2015-2019. Per quanto riguarda i turisti internazionali, invece, la differenza è del +86% rispetto allo stesso periodo del 2021 e del -8% sulla media 2015-2019.

L'altalena degli arrivi in Svizzera
Un'analisi più approfondita a livello di singoli mesi mostra che la ripresa ha perso gradualmente slancio nel corso dell'anno: a gennaio si è registrata la progressione più forte, con ben +71%. Anche febbraio (+41%) e marzo (+60%) hanno registrato ampi guadagni. Ad aprile (+25%) e maggio (+38%), la ripresa è stata più contenuta, ma pur sempre su buoni livelli. Giugno (+59%) ha mostrato una dinamica ancora sostenuta, ma già a luglio (+23%) e poi soprattutto ad agosto (+8,0%) lo slancio si è affievolito.
Tornando a settembre, l'aumento dei pernottamenti - come detto del 14,2% - è da iscrivere unicamente al maggiore arrivo di turisti internazionali. Rispetto a settembre 2021, il numero di ospiti provenienti dall'estero è aumentato del 47,1%, raggiungendo quota 1,8 milioni. Gli ospiti indigeni sono invece calati del 4,4% (a 2,0 milioni).