
“A chi non piaci, e perché?”. È questo uno dei punti centrali dell’omelia dell’Amministratore apostolico Mons. Alain de Raemy per la Festa federale del Primo agosto. La tradizionale messa sul Passo del San Gottardo si è svolta nella Chiesa parrocchiale di Airolo a causa delle condizioni meteorologiche.
Per Alain de Raemy, “anche da Svizzeri la domanda che ci pone il Signore è questa, da nazione fra le nazioni. Non solo: a chi hai dei rimproveri da fare, ma chi potrebbe essere in difficoltà per colpa tua, per mancato interesse da parte tua! Dal punto di vista politico o economico: a chi potrebbe mancare qualcosa, perché tu, Svizzera, non fai la tua parte?”
"Non si tratta di vivere in un'ossessiva cattiva coscienza"
Secondo l’Amministratore apostolico, “non si tratta di vivere da individuo, da famiglia o da nazione, in un'ossessiva cattiva coscienza… Ma di non accontentarsi del paragone che lascia gli altri in disvantaggio: ‘ma guarda, se hanno più problemi di noi è perché loro sono meno democratici, meno organizzati, meno generosi’. Visto dall’alto, visto da Dio, non basta che io faccia nel mio angolo le cose bene o abbastanza bene. Visto dall’alto, quello che accade in un angolo fa parte dell’insieme, e può diventare contributo o meno al bene comune”.
Un invito all'azione e alla condivisione
Alain de Raemy invita all’azione e alla condivisione dell’abbondanza data da Dio: “Ma questo tutto, dalla creazione dell’universo alla bellezza della nostra umanità, è fatto per essere condiviso”. Certo l’Amministratore apostolico è consapevole che “la vita generosa, altruista, sembra cosa da pochi. Ma ricordiamoci la salita in montagna. Quando stiamo per raggiungere una cima, ma poi se ne presenta un’altra ancora, se perseveriamo, arriverà quel raggiungimento della vera cima, da dove ci si presenterà un panorama da toglierci il fiato! Ne vale la pena!”.