
Il mercato svizzero e anche quello ticinese sono inondati da offerte di lavoro. Il 2023 si apre all’insegna dei posti vacanti le cui richieste in Svizzera sono cresciute del 23% lo scorso anno, lo riferisce l’Adecco Group Swiss Job Market Index. Fra i profili più richiesti ci sono gli operatori socio sanitari, i venditori, i camerieri, ma anche i quadri e i dirigenti. Una situazione quasi paradisiaca per chi cerca lavoro ma le aziende suonano l’allarme. La Camera di commercio ticinese (Cc-Ti) si dice preoccupata perché “troppi posti vacanti fanno male all’economia”. Mentre per il sindacato Unia le aziende devono rendersi più attrattive.
Cc-Ti: "È necessario trasformare la formazione"
Ai microfoni di Ticinonews, la vice presidente della Camera di Commercio Cristina Maderni spiega la preoccupazione delle aziende: “Non avere personale a sufficienza per un certo tipo di settore significa lavorare molto di più per coprire le necessità oppure dover addirittura chiudere un’azienda”. Secondo Maderni “la politica ha percepito a rilento questa svolta e la necessità di dover trasformare l’orientamento e la formazione”.
Unia: "Uno stimolo per le aziende a rendersi più attrattive"
A stemperare le preoccupazioni degli imprenditori su possibili carenze d’impiegati è il sindacato Unia. Per il segretario Giangiorgio Gargantini, l’aumento dei posti vacanti è un problema che tocca settori specifici causato da distorsioni più volte evidenziate: dalle dure condizioni di lavoro del settore sanitario ai salari bassi di quello alberghiero fino alle proposte poco appetibili della vendita. Secondo Gargantini rimanere senza lavoro oggi in Ticino è ancora molto facile e qualche posto vacante in più è solo uno stimolo per le aziende a rendersi più attrattive.