Ticino
Penuria di farmaci: "Le possibilità di trovare soluzioni sono sempre meno"
Redazione
2 anni fa
Federico Tamò, portavoce dell'Ordine dei farmacisti, spiega la situazione attuale sul fronte dell'approvvigionamento dei medicinali: "L'approvvigionamento dall'estero sta diventando sempre più complicato e il problema è ormai strutturale. Urgono soluzioni".

La presidente della Società svizzera dei farmacisti (Pharmasuisse) Martine Ruggli-Ducrot ha lanciato l'allarme: è necessario agire tempestivamente contro la penuria di medicinali. "Sarebbe auspicabile una gestione federale ed europea dell'approvvigionamento", ha affermato in un'intervista rilasciata al quotidiano Le Temps. Sono sempre più infatti i medicinali a mancare. Lo conferma anche l'Ufficio federale per l'approvvigionamento economico del Paese. Stando al suo ultimo aggiornamento sono 161 i farmaci considerati vitali che sono mancanti in Svizzera. Abbiamo interpellato Federico Tamò, portavoce dell'Ordine dei farmacisti, per capire la gravità del problema.

Da mesi parliamo di penuria di farmaci, ma adesso la situazione sembra diventare pesante. È davvero così?

“Sì e no. La popolazione magari ne risente un po' meno perché rispetto agli scorsi mesi non c’è una grossa pressione delle malattie invernali sui farmaci di uso comuni, come sciroppi per la tosse o quei farmaci che la popolazione usa spesso. Ora sono disponibili e c'è meno impatto diretto per la popolazione. Per quello che riguarda i farmaci su prescrizione medica per trattamenti speciali e cronici, la situazione è peggiorata. Sono sempre più le molecole che mancano e cominciano a mancare anche nei paesi limitrofi. Le possibilità di trovare delle soluzioni sono dunque sempre meno”.

Come fate voi farmacisti a trovare delle soluzioni? Ci hanno segnalato che alcune farmacie trovano dei farmaci equivalenti, altri somministrano lo stesso principio attivo, ma diverso da capsula a pastiglia. Come fate a sopperire a queste mancanze?

“Sono delle soluzioni che vanno trovate di caso in caso. Ovviamente se sul mercato svizzero è presente la stessa molecola di un'altra ditta o in un'altra forma, viene privilegiata quella soluzione. Quando viene a mancare questa molecola, si guarda verso l'estero in paesi con mercati più grossi, come Italia, Francia e Germania. Con queste due soluzioni risolvevamo quasi tutti i casi. Nelle ultime settimane l'approvvigionamento dall'estero è molto più complicato. Molte specialità stanno mancando in tutta l'Unione europea, quindi mancano delle soluzioni. Restano delle produzioni proprie e puntuali per un paziente con dei costi e tempi che sono più alti. Altrimenti bisogna cambiare la molecola e modificare la terapia al paziente".

La presidente di PharmaSuisse Martine Ruggli-Ducrot chiede un intervento tempestivo. Cosa pensa si potrebbe fare?

“Trovare una bacchetta magica per risolvere il problema (ride, ndr). Non possiamo pretendere di avere una soluzione immediata, è un problema che si è creato in decenni di scelte e politiche che riguardavano principalmente l'aspetto economico della molecola. Questo ha fragilizzato delle catene di approvvigionamento che non possono essere rimesse in piedi in un giorno. Ci sono delle nuove scelte da fare, in alleanza con altri paesi e altri fonti di approvvigionamento".

Siete molto sollecitati telefonicamente da parte di pazienti che richiedono determinati farmaci?

“Si, c'è questa problematica. La popolazione sta capendo che non è un problema di una singola farmacia, ma strutturale. Un problema che bisogna risolvere e che per il momento bisogna imparare a conviverci".

All'inizio dell'estate il medico cantonale e il farmacista cantonale hanno invitato i medici e i farmacisti del Cantone ad andarci piano con la ricetta per le vacanze, quella ricetta preventiva per portare un antibiotico in vacanza. Il problema si è vissuto quest'estate oppure no?

“A prescindere dal periodo di carenza dei farmaci, questa è una prassi che dovrebbe essere sempre fatta. Gli antibiotici sono di importanza vitale e non bisogna assumerli di propria iniziativa. La prescrizione dell’antibiotico in riserva per la vacanza va bene solo per determinati pazienti, ma non è una prescrizione che deve avere qualsiasi persona che va in vacanza. Il rischio di utilizzarli in modo non corretto è troppo alto, compromettendone l'efficacia. Medici e farmacie erano già attenti a questa tematica e sicuramente quest’anno lo erano ancora di più”.