
“Ingiusta” da una parte, “indispensabile” dall’altra. Sono queste le reazioni dopo il sì del Consiglio nazionale a un innalzamento dell’età pensionistica per le donne. Ieri, infatti, dopo gli Stati in marzo, anche il Consiglio nazionale ha approvato in prima lettura la revisione del Primo pilastro con 126 voti contro 67.
“Sarà referendum”
Senza sorprese, l’opposizione è venuta dallo schieramento rosso-verde che non accetta l’aumento dell’età pensionabile per le donne. Tra questi Bruno Storni che interpellato dai colleghi di Teleticino ha detto che sarà sicuramente referendum. Il motivo? “Non è il momento di far pagare di nuovo alle donne quel miliardo all’anno che hanno bisogno per mettere a posto l’Avs fino al 2030”. Le donne – ha aggiungo Storni – “hanno stipendi minori e solo correggendo gli stipendi ci sarebbero entrate maggiori all’Avs e questa revisione non sarebbe necessaria”. Non è giusto, ha ribadito, “far pagare a chi ha delle rendite minori”.
“Una scelta indispensabile”
Di parere opposto troviamo Alex Farinelli che ai microfoni di Teleticino ha commentata la scelta come “indispensabile”. “Non dobbiamo dimenticare che se non facciamo niente l’Avs entro il 2030 avrà 5 miliardi di deficit e dopo il 2030 questi miliardi saranno ogni anno 10”, ha sottolineato. Per Farinelli è “normale” che in una riforma “ognuno ci metti del suo” visto che ora “il sistema è sempre più paritario e sta andando a riparare le discriminazioni nell’ambito salariale”. Un modo dunque “per sgravare sulle giovani generazioni” che non ha niente a che vedere con “uno stravolgimento dell’ordine delle cose”.
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