Ticino
Pena ridotta per Lisa Bosia Mirra
Pena ridotta per Lisa Bosia Mirra
Pena ridotta per Lisa Bosia Mirra
Redazione
6 anni fa
Il ricorso dell'ex deputata è stato parzialmente accolto: cade l'accusa di aiuto al soggiorno illegale. Si andrà comunque al Tribunale federale

Parziale vittoria in Appello per Lisa Bosia Mirra. Il suo ricorso contro la sentenza di primo grado è stato infatti parzialmente accolto dalla Corte d'appello e revisione penale (CARP), che l'ha prosciolta dall'accusa di aiuto al soggiorno illegale e riconosciuta invece colpevole di ripetuto aiuto all'entrata e alla partenza illegale. Nella sua senzenza, comunicata oggi alle parti, la Corte ha ridotto la pena pecuniaria sospesa portandola da 8'800 a 2'200 franchi, e ha annullato la multa di 1'000 franchi inflittale in primo grado.

In sostanza, la CARP ha ritenuto la sua colpa "qualificata in considerazione del numero di persone che ha aiutato/cercato di aiutare ad eludere le norme della Legge federale sugli stanieri (LStr)", ma la stessa è "notevolmente attenuata" dal fatto Bosia Mirra ha "agito per motivi non solo ideali ma, in parte, anche onorevoli, spinta dall'ansia di aiutare persone che vivevano momenti di evidente difficoltà e sofferenza che lei - sofferente di un burnout dovuto a precedenti esperienze vissute con i migranti - riteneva, non solo ingiuste e indegne di una società civile, ma anche non più sopportabili da persone che già avevano vissuto tragedie".

Bosia Mirra, inoltre, ha "collaborato praticamente sin dall'ínizio delle indagini con il Ministero pubblico, ammettendo, da subito, i fatti che le venivano contestati e, persino, confessando un episodio di cui gli inquirenti non sapevano" e ha "già pesantemente pagato in termini di sofferenza e perdita di qualità di vita a causa di una campagna denigratoria (ín particolare, vía social) insolitamente e incomprensíbilmente aspra e feroce". La CARP ha però negato che esistesse uno stato di necessità per i rifugiati accampati a Como che Lisa Bosia Mirra aiutò ad entrare in Svizzera, pur amettendo che i migrantí erano accampati in un gíardíno pubblico, "cioè in uno spazio assolutamente non attrezzato quale centro di accoglienza".

Nel processo di primo grado, celebrato il 28 settembre 2017, il giudice della Pretura penale Siro Quadri aveva sì tenuto conto del "sentimento umanitario" dell’imputata, ma non aveva riconosciuto l’attenuante dei "motivi onorevoli", né quella del "pericolo imminente" per la vita dei migranti, condannandola a una pena pecuniaria di 80 aliquote giornaliere e a una multa per ripetuta incitazione all'entrata, alla partenza e al soggiorno illegale. Il processo di Appello si era invece tenuto il 10 settembre scorso.

Nel commentare la sentenza della CARP, definita "una vittoria per i diritti umani", l'Osservatorio giuridico conferma che verrà presentato ricorso al Tribunale federale (TF).

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