Ticino
Pass alla Supsi, c’è fermento tra gli studenti
Immagine CdT/Gabriele Putzu
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Redazione
3 anni fa
La decisione di introdurre l’obbligo del certificato crea qualche malumore e stasera è previsto un incontro tra direzione, docenti e rappresentanti del corpo studentesco. Alessio Carmine: “Vogliamo chiarire e cominciare in un clima sereno”

C’è fermento nell’ambiente studentesco per l’introduzione del Covid pass. Questa mattina a Berna gli studenti hanno manifestato contro la misura. Ma anche in Ticino c’è malure per la decisione annunciata venerdì di introdurre l’obbligo alla Supsi per accedere alle lezioni in presenza (all’Usi la misura non è invece prevista). Per cercare di fare chiarezza su questa decisione, Ticinonews ha raccolto le considerazioni di Alessio Carmine, docente e membro dell’Ufficio presidenziale del collegio Dipartimento formazione e apprendimento (DFA). Collegio che proprio questa sera ha organizzato un assemblea tra il Dfa, i rappresentanti studenteschi, i docenti e il direttore della Supsi Franco Gervasoni.

Gli umori e l’incontro previsto questa sera
“Gli umori rispecchiano quelli che troviamo nella società”, spiega il docente riguardo alla situazione venutasi a creare in questi giorni dopo l’annuncio. “C’è chi è sollevato e vede come giusta la scelta fatta, c’è chi ha molte domande e solleva perplessità su come verrà applicata, e c’è chi invece si oppone”. L’incontro organizzato dal collegio è voluto proprio per dissipare i dubbi e ricominciare le lezioni in un clima sereno, prosegue Carmine. “Volevamo avere un momento di confronto e dialogo tra docenti, personale tecnico-amministrativo e i rappresentanti del corpo studentesco. Questo per arrivare a un clima il più sereno possibile in vista del 20 settembre quando il certificato sarà obbligatorio e ricominceranno le lezioni”.

Le criticità emerse
L’incontro, inoltre, è voluto per evitare una situazione di scontro e fare in modo che il dibattito non si infervori ancora di più. “Vogliamo evitare di arrivare a questa situazione, per questo motivo abbiamo convocato subito l’incontro. La direzione della Supsi ha voluto una direzione chiara, passando alle lezioni solo in presenza. Al DFA abbiamo problemi di spazi e passare a due terzi della capacità e con la mascherina (l’altra opzione offerta dal Consiglio federale, ndr) avrebbe comportato modalità didattiche difficili da implementare con una forma ibrida o con un docente su due aule. Modalità che abbiamo già sperimentato lo scorso anno e che presentano delle criticità molto forti. La scuola ha quindi preso una decisione per dare le migliori condizioni possibili dal punto di vista della didattica. Questo comporta l’obbligo del certificato, che solleva una serie di interrogativi, che abbiamo raccolto dai colleghi e di cui vogliamo parlare questa sera assieme”.

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