Ticino
Pari opportunità, ecco la strategia cantonale
Immagine Shutterstock
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Lara Sargenti
3 anni fa
Il Consiglio di Stato ha approvato il Piano di azione cantonale per le pari opportunità, che definisce per la prima volta una strategia. Bertoli: “Il tema è prioritario per il Governo e merita un approccio interdipartimentale”

Per la prima volta il Ticino ha adottato un piano di azione cantonale per le pari opportunità, che definisce una precisa strategia cantonale. Una strategia, elaborata da un apposito gruppo di lavoro interdipartimentale e approvata dal Consiglio di Stato nella sua seduta del 27 aprile, che è stata presentata questa mattina in conferenza stampa a Bellinzona alla presenza del Direttore del DECS Manuele Bertoli, la Presidente della Commissione consultiva per le pari opportunità Davina Fitas e la Delegata per le pari opportunità Rachele Santoro.

Un tema prioritario
“Il tema della parità tra i sessi è sotto i riflettori da diversi anni e ha una storia per certi versi difficile nel nostro paese”, ha esordito Bertoli, ricordando che la Svizzera ha riconosciuto il diritto di voto alle donne solo cinquant’anni fa. Dopo quel voto storico si sono fatti diversi passi avanti e lo scorso decennio si è arrivati a pubblicare un opuscolo sulle cifre delle parità, “che indica che ci sono parecchi lavori da fare”, ha sottolineato il direttore del DECS. Il Gran Consiglio ticinese ha poi chiesto di elaborare un piano di azione sulle pari opportunità. “Il Governo ha riconosciuto questo tema come prioritario della legislatura 2019-2023”, ha proseguito Bertoli. “Una legislatura difficile, segnata dalla pandemia, ma il tema non è stato dimenticato e merita un approccio sostenuto dal Governo e soprattutto interdipartimentale. Confido che questo strumento ci aiuterà a fare ulteriori passi avanti anche se il giorno in cui si potrà dire che ‘tutto è compiuto’ non credo sia ancora vicinissimo. È tuttavia determinante che si insista per avvicinarsi sempre di più a quel giorno”.

Il documento
Il documento programmatico elaborato dal gruppo di lavoro vuole rispondere all’obiettivo 22 del programma di legislatura 2019-2023 e contribuire a raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibili definiti nell’Agenda 2030 dell’Onu. Il lavoro del gruppo interdipartimentale (che ha compreso almeno un rappresentante per Dipartimento) è iniziato lo scorso anno e durerà fino al 2023. Sono stati individuati in particolare tre ambiti di intervento (sfera professionale, formazione, e settore pubblico e parapubblico), per i quali sono stati definiti in totale 21 misure, con 54 azioni concrete, il cui stato di avanzamento è monitorato annualmente grazie a un sistema di indicatori. L’implementazione delle misure è in corso dal 2021 e terminerà nel 2023. Un primo bilancio sarà svolto nella prima metà del 2024.

La sfera professionale
Le principali misure in questo ambito toccano la conciliabilità lavoro-famiglia, la promozione della parità di genere nelle direzioni (negli enti pubblici la presenza femminile è passata dal 18,2% nel 2020 al 23,1% nel 2021) e nei consigli di amministrazione (23% nel 2020 al 31,7% nel 2022), la prevenzione delle violazioni dell’integrità personale sul posto di lavoro e la promozione della responsabilità sociale delle imprese.

Il contesto formativo
Le misure si focalizzano attorno allo sviluppo delle competenze di genere dei docenti e degli studenti, attraverso offerte formative e attività didattiche attorno alle pari opportunità e al sostegno di una scelta formativa e professionale libera da stereotipi di genere.

Il settore pubblico e parapubblico
In Ticino i dati sulla disparità salariale del 2018 mostrano una differenza tra uomo e donna del 17,3% nel settore privato e dell’8,7% nel settore pubblico, dimostrando che anche quest’ultimo non è esente da disparità salariali. La promozione delle pari opportunità in questo contesto passa attraverso la concretizzazione degli impegni sottoscritti nel 2016 all’interno della Carta per la parità salariale. Non solo. L’intenzione è di promuovere anche la parità di genere nelle commissioni, nei gruppi di lavoro e nelle posizioni dirigenziali dello Stato; di sostenere un maggiore equilibrio di genere nelle istituzioni politiche cantonali e comunali; di promuovere il pari trattamento tra uomini e donne nelle pratiche amministrative; di prevenire violazioni dell’integrità personale all’interno dell’Amministrazione cantonale e promuovere la responsabilità sociale dei Comuni.

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