Lugano
Pane di Sant'Antonio, è polemica sul cambio del nome
Redazione
un anno fa
La scelta del Municipio di non fare più riferimento al santo ha sollevato diverse perplessità. Il vicesindaco Badaracco: “L'intento non è quello di abolire l'aspetto religioso, ma di ricordare la matrice storica con nuove iniziative”.

Da anni, escluso lo scorso, Lugano porta avanti, in occasione del 17 gennaio, giorno dedicato all’abate sant’Antonio, la tradizionale distribuzione del pane. Una distribuzione che avverrà anche oggi, ma senza menzionare il santo. Una scelta che ha stupito, non certo in positivo, don Emanuele di Marco. “Tutto parte da un post in cui semplicemente esprimevo una mia emozione”, afferma don Emanuele ai microfoni di Ticinonews. “Sul sito della città effettivamente sant’Antonio non era citato da nessuna parte e io facevo notare che è peccato, con tutte le iniziative che ci sono, parlare solo di pane senza esplicitarne l’origine”.

Le origini della tradizione

Una scelta che ha sollevato non poche polemiche e lamentele da parte di diversi cittadini, e anche un’interpellanza del Centro al Municipio. Municipio che, dal canto suo, afferma che l’intenzione non era quella di eliminare l’aspetto religioso della distribuzione, piuttosto di rilanciare l’iniziativa richiamando la sua matrice storica, legata a un altro sacerdote. “Il nostro intento era di rinnovare questa tradizione per farne capire il significato, ma soprattutto di far conoscere come è nata - spiega il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco - ovvero da questo canonico, Somazzi, il quale aveva detto che il giorno della sua morte, il 14 gennaio, doveva essere distribuito il pane ai più bisognosi”.  

Badaracco: “Vogliamo che la storia venga conosciuta maggiormente”

14 gennaio che, probabilmente per la vicinanza al giorno di sant’Antonio, è stato poi inglobato. La volontà è dunque quella di immettere questa tradizione in un nuovo circuito. “Vogliamo che venga conosciuta maggiormente e che questa consegna, la quale negli ultimi anni era diventata semplicemente andare a prendere il pane per portarlo a casa, diventi qualcosa di più profondo”, prosegue Badracco. Per questo motivo, ogni anno la Città girerà le strutture caritatevoli di solidarietà per fare conoscere la storia. Inoltre,“viene fatto un lavoro sul territorio con le scuole comunali, sulla povertà e sugli sprechi alimentari”. In ogni caso, “per me non è un problema chiamarlo pane di sant’Antonio”.

Don Emanuele: “Lo chiameremo pane di sant’Antonio”

Un non problema, dunque, fermo restando che il nome nel nuovo progetto non è al momento specificato. Le iniziative invece portate avanti dalla parrocchia di Lugano, in particolare quella dedicata al santo, si terranno come di consueto, anzi, con qualche informazione in più. “Ho preparato un dépliant proprio per spiegare in modo semplice e anche attuale una figura che ha qualcosa da dire anche a noi”, riprende don Emanuele. “Lo chiameremo pane di sant’Antonio, sapendo che di per sé si inserisce in qualcosa di più grande che il Municipio sta portando avanti”.

 

 

 

 

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