Ticino
Pamini spara ancora
Pamini spara ancora
Pamini spara ancora
Redazione
10 anni fa
Nuova provocazione del deputato de La Destra, che propone di creare un mercato dei municipali: "Come tra le aziende o le società sportive"

Certamente Paolo Pamini non è un uomo povero di idee.

Dall'autostrada a due piani tra Lugano e Chiasso ai corsi di tiro nella scuola dell'obbligo, il deputato de La Destra ci ha ormai abituati a proposte originali.

E oggi ce ne regala una nuova, altrettanto originale e forse più facilmente concretizzabile rispetto a quelle precedenti.

In un'opinione pubblicata sul Giornale del Popolo, Pamini propone di creare una sorta di "mercato dei municipali".

Il granconsigliere paragona i municipali ai manager aziendali o agli allenatori di squadre sportive. Queste reclutano i loro dirigenti dove sono disponibili e non unicamente nel paese in cui hanno la sede. La medesima cosa, secondo Pamini, dovrebbero poterla fare anche le sezioni partitiche dei vari comuni ticinesi.

"Chiediamoci: cosa succederebbe se anche cittadini domiciliati fuori dal Comune potessero candidarsi al Municipio?" scrive Pamini. "Intendiamoci, in queste riflessioni stiamo pensando solo a cittadini svizzeri. In fondo, sia le aziende sia le squadre sportive reclutano buoni manager/allenatori e dipendenti/giocatori ovunque siano disponibili. Anzi, proprio lo sport (calcio, hockey, basket, ecc.) degli ultimi decenni dimostra come la qualità del gioco possa aumentare quando si tolgono le barriere all'entrata."

Secondo Pamini oggi il "mercato dei municipali" ticinese soffre dei tradizionali effetti del protezionismo, che riduce l'offerta e che porta alcuni Comuni a dover effettuare elezioni tacite per mancanza di candidati. Un sistema che aumenta le rendite di posizione dei municipiali attuali, che "si possono permettere più discrezione senza la concorrenza di troppi candidati."

Pamini ipotizza quindi di eliminare il vincolo del domicilio per l'eleggibilità dei municipali, ma non per quella dei consiglieri comunali, dato che "in qualità di rappresentanti dei cittadini-contribuenti è coerente che i membri del legislativo provengano dalla stessa comunità".

"I municipali invece dovrebbero idealmente essere capaci di ben gestire la cosa pubblica" scrive il deputato de La Destra, secondo cui "chi ha fatto il municipale in Leventina potrebbe anche farlo in Val di Blenio, e perché no con un po' di pratica anche a Biasca ed infine nella nuova grande Bellinzona."

Pamini ritiene che così facendo si potrebbero creare delle nuove figure motivate a guadagnarsi una solida reputazione di buon gestore del Comune. "Chissà che qualcuno sceglierebbe pure di fare il municipale in più Comuni al contempo, facendone una professione" aggiunge. "Di certo, diminuirebbe il numero di fusioni coatte per assenza di politici locali."

"Realisticamente, i cittadini sceglierebbero una combinazione di municipali radicati sul territorio e di personalità provenienti da fuori Comune, che portino nuove esperienze e contatti, una visione indipendente delle cose e garantiscano un controllo disinteressato nei processi all'interno del Comune" conclude Pamini. "Recentemente, Lugano e Mendrisio hanno attinto a personalità dei precedenti comuni fusionati; ora Bellinzona vivrà verosimilmente qualcosa di simile. Perché non farlo diventare la regola anziché l'eccezione?"

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