
La soluzione per ridurre il consumo di energia fossile? Non di certo il fotovoltaico o l’eolico, ma l’energia nucleare. È di questa opinione l’ex-deputato al Gran Consiglio e candidato al Consiglio Nazionale Paolo Pamini, che ha pubblicato su Facebook la sua personale teoria sul come andrebbe gestito il consumo energetico mondiale.
Secondo Pamini, docente di Law&Finance presso il Politecnico federale di Zurigo, il raggiungimento di una società senza emissioni di CO2 sarebbe sostanzialmente impossibile, e in ogni caso non attraverso l’impiego di energie rinnovabili che secondo lui “piacciono ai radical chic occidentali con tanti soldi presi dalle tasche altrui, ma che causano costi proibitivi per i paesi in via di sviluppo.”
La soluzione sarebbe invece l’energia nucleare, e Pamini suggerisce di investire nell’uranio, portando svariate fonti a supporto della sua idea.
“L’elefante nella stanza della politica energetica mondiale è a mio avviso davvero il nucleare. Anche persone come Bill Gates, in prima linea nei nuovi trend climatisti, è da più di 10 anni investito nella produzione di centrali nucleari e anzi in gennaio si è arrabbiato che le tensioni causate da Trump con la Cina rallentano i suoi progetti nucleari in Cina” afferma Pamini nel post, dove cita inoltre il caso nipponico, asserendo che “neppure il Giappone sta chiudendo tutte le centrali nucleari, anche perché la sua dipendenza energetica dall'estero è fin troppo pronunciata”
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