
Neanche il tempo di far entrare in vigore la tredicesima Avs che a Palazzo federale già si pensa alla prossima riforma del sistema pensionistico rossocrociato. AVS2030 è infatti già in cantiere con l'obiettivo di affrontare lo tsunami di "baby boomer" che vanno in pensione. Stando al Blick, che ha potuto visionare le prime bozze, in futuro non ci sarebbe nessun innalzamento dell'età pensionabile, ma aumenteranno i contributi e l'Iva. Inoltre, ci saranno degli incentivi per chi vuole lavorare più a lungo. Resta il fatto che per essere finanziato, il primo pilastro ha bisogno di soldi e la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, a capo del Dipartimento federale dell'interno (Dfi), deve trovare delle entrate aggiuntive. Qui entra in gioco la possibilità di rendere soggette ai contributi pensionistici le mance del personale attivo nel mondo della ristorazione, ma solo quelle giustificabili, ovvero pagate elettronicamente. Le autorità stimano di poter raccogliere fino a 50 milioni di franchi di contributi, ma dovranno vedersela con chi si oppone. E, anche se non capita spesso, ristorazione e sindacati sono dalla stessa parte.
Unia: "Una misura ingiusta"
"Riteniamo che questa misura sia ingiusta e che non risolverà il problema del finanziamento del primo pilastro", spiega a Ticinonews Chiara Landi, responsabile del settore terziario del sindacato Unia. A farle eco Massimo Suter, presidente di GastroTicino, secondo cui il settore "vede di cattivo occhio questa soluzione".
"L'impatto sarà sulle buste paga"
Tassare le mance del personale "è una misura che tocca dipendenti con uno stipendio già basso. Di conseguenza, non farà che diminuire il reddito disponibile, senza avere nessun impatto su quella che potrebbe essere la futura rendita Avs", prosegue Landi. "I nostri dipendenti", aggiunge infine Suter, "sarebbero aggravati ulteriormente di oneri sociali", mentre i datori di lavori "avrebbero un carico burocratico ulteriore che peserebbe sui costi di gestione delle aziende".
