
Sabato 15 marzo 2025 alle 14:30 è stato organizzata una manifestazione pubblica a Bellinzona dal Partito Comunista. L'appuntamento, chiamato "Sì alla Pace - No alla NATO", è fissato in Largo Elvezia (in faccia alla Posta sul Viale Stazione) ed è aperto a tutte le persone o alle organizzazioni che condividono le rivendicazioni. I temi portate in auge dal partito sono la difesa della neutralità; il rifiuto dell'avvicinamento alla NATO; il rifiuto di inviare armi all'Ucraina e il carattere puramente difensivo dell'esercito svizzero.
"Una retorica bellicista"
"Mentre sembra che l'UE si stia sostituendo agli USA nel portare avanti un retorica sempre più bellicista e sempre meno disposta a trovare una soluzione negoziale alla guerra, il comandante (ormai pro-tempore) dell'esercito Thomas Süssli ha avuto l'ardire di proporre di inviare in Ucraina 200 soldati svizzeri a farsi ammazzare in una guerra in cui dovremmo essere non allineati", spiega il Partito Comunista in un comunicato e continua: "Dopo le sanzioni boomerang e il fallimento della conferenza del Bürgenstock ora vogliono coinvolgere i nostri coscritti! Il Partito Comunista si oppone con la massima fermezza a questo pericoloso scenario!"
Il tema della neutralità
Il Partito Comunista è preoccupato dell'avvicinamento della Svizzera alla NATO e per questo motivo "la neutralità svizzera sembra ormai un ricordo agli occhi di molti paesi emergenti. Anche per le trattative negoziali l'Arabia Saudita viene ormai preferita alla Ginevra internazionale: uno smacco per la nostra storia diplomatica! Non ne possiamo più delle continue provocazioni che dobbiamo subire dal peggior Consiglio federale di sempre: Cassis e Amherd sono i capofila di chi vuole rottamare la neutralità svizzera, spingendo la Confederazione e l'esercito sempre più nelle mani della NATO e delle sue guerre!", afferma in una nota.
Altri gruppi accolgono la scelta
Non solo il PC, ma anche altre organizzazione hanno deciso di aderire alla causa, come il 'Fronte per la neutralità e il lavoro "No UE - No NATO"' che "oltre al carovita", vede "le prime avvisaglie di un inasprimento della crisi: il recente caso delle acciaierie svizzere – che malgrado gli urgenti aiuti statali procederanno a licenziare nel 2025 – è solo una delle conseguenze delle assurde sanzioni illegali a cui ci siamo accodati, e non sarà purtroppo l’ultimo", dichiara il gruppo. Una soluzione, sostiene, è quella di "far sentire la propria voce e mantenere alta la pressione su una classe politica incapace di difendere la neutralità svizzera e di tutelare i suoi lavoratori contribuendo a una distensione internazionale".