Ticino
Ora di religione, la Chiesa evangelica critica il Governo
Ora di religione, la Chiesa evangelica critica il Governo
Ora di religione, la Chiesa evangelica critica il Governo
Redazione
8 anni fa
Dopo lo stop all'iniziativa Quadranti, il Consiglio sinodale auspica la continuazione del dialogo sulla materia

La Chiesa evangelica riformata critica il Consiglio di Stato in merito all'ora di religione. Questo dopo che il Governo ha espresso un parere negativo sull'iniziativa Quadranti, proponendo di attendere un maggiore consenso sul modello proposto. Un modello a doppio binario che prevede l'insegnamento obbligatorio di carattere non confessionale (incentrato sullo studio della religiosità e della relativa storia) e un secondo corso di tipo confessionale, ma facoltativo (il cui punto di vista è personale e soggetto all'interprestazione cattolica o evangelica).

"Che cosa ne sarà dell’insegnamento della religione a scuola nel Ticino?" si legge in una nota firmata dal presidente del Consiglio sinodale, pastore Tobias Ulbrich. "Nel mese di aprile il Consiglio di Stato ha espresso uno stop all’ “iniziativa Quadranti” riguardante il cosiddetto "doppio binario". Questo avrebbe previsto l’istituzione di un’ora di storia delle religioni, da svolgersi in alternanza con l’attuale corso confessionale cattolico o evangelico. Il Consiglio di Stato preferisce aspettare che maturi il consenso intorno a questo modello, senza forzare la mano".

Uno stop al processo di revisione dei metodi di insegnamento della religione nelle scuole che "non piace al Consiglio sinodale della Chiesa riformata del Ticino CERT". Quest'ultimo già in due prese di posizione del 2003 e del 2013 aveva sostenuto la necessità di rivedere il modello attuale di insegnamento.

“La maturazione del consenso" sottolinea il presidente del Consiglio sinodale, "è possibile soltanto quando si continua nel dialogo e nel lavoro e non quando si interrompe il dialogo e si blocca così il lavoro”.

“La situazione attuale", conclude il Consiglio sinodale, "sta contrastando i principi educativi dell’inclusione, interculturalità e uguaglianza dei diritti e doveri. Il rimanere fissi sullo status quo trascura la formazione dei nostri allievi a cittadini responsabili nei confronti dei grandi temi e cambiamenti del nostro tempo”.

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