
Primo giorno di scuola anche per il clero ticinese, riunitosi ieri in occasione della terza Assemblea diocesana. Al centro dei lavori, l’ora di religione: un insegnamento che cambia, che deve aggiornarsi, e che non è più legato unicamente alla figura del parroco del paese.
Sempre meno sacerdoti dietro la cattedra
I sacerdoti che insegnano religione nelle scuole ticinesi sono sempre meno. Su circa 200 insegnanti nel Cantone, solo una settantina sono preti. Un cambiamento che va di pari passo con l’aumento della presenza di laici dietro la cattedra, chiamati sempre più spesso a guidare l’ora di religione cattolica. Nonostante ciò, l’urgenza di mettere al centro l’ora di religione durante l’Assemblea diocesana del clero non è mancata. "L'insegnamento scolastico della religione ha bisogno di stare al passo con i tempi, oggi è stata l'occasione per riflettere sui nuovi paradigmi pedagogici", ha sottolineato il direttore dell'Ufficio istruzione religiosa scolastica don Emanuele Di Marco.
Formazione rafforzata per il clero
Il lavoro non manca soprattutto per quello che riguarda la formazione dei sacerdoti che insegnano. Un percorso già previsto, ma ora rivisto e rafforzato, per renderlo più attuale e vicino alle esigenze delle nuove generazioni. "Abbiamo perfezionato i corsi, profilandoli e adeguandoli a una scuola che viaggia veloce", ha affermato il direttore dell'Ufficio istruzione religiosa scolastica.
Le sfide: meno allievi e un’immagine da ricostruire
Restano però sfide importanti. Da un lato, la minor presenza degli allievi all’ora di religione, in particolare alle scuole superiori. Dall’altro, l’immagine del clero, che negli ultimi anni ha vissuto episodi che hanno lasciato il segno e che richiedono impegno e trasparenza. "Dove gli allievi vivono una bella esperienza di insegnamento abbiamo visto i numeri addirittura crescere, lavoreremo in questa direzione" ha detto don Emanuele Di Marco
Un ponte tra tradizione e presente
Nonostante le difficoltà, la Diocesi vuole mantenere l’ora di religione centrale nel percorso scolastico dei ragazzi ticinesi. Un ponte tra tradizione e presente, capace di offrire uno spazio di riflessione in una scuola che corre veloce.