
"In caso di insolvenza si rischia di finire in cella". Esordisce con questo avvertimento, il quotidiano "Il Giorno", nel suo articolo sulle multe comminate a conducenti italiani su suolo elvetico. Un fenomeno di enormi proporzioni, a giudicare dalle cifre: ogni anno sono tra le 100 e 120mila le contravvenzioni che arrivano in Italia dalla Svizzera per violazioni al codice della strada. E la riscossione delle stesse si rivela un lavoro titanico, che fino ad un anno fa veniva svolto dal Centro di cooperazione doganale di Chiasso. Ora, grazie alla creazione di un'interfaccia con la Motorizzazione, gli inquirenti svizzeri si possono rivolgere direttamente a questo ufficio per avere gli estremi a cui contestare la sanzione. In caso di insolvenza l'intestatario del mezzo rischia il carcere. Per una multa di 120 franchi, per esempio, si va incontro a quattro giorni di arresto. Forse è proprio questo il motivo dell'elevata percentuale di solvenza: il settanta per cento dei proprietari di auto paga nei tempi stabiliti. Perché per chi non paga c'è il rischio, una volta varcato il confine elvetico, di finire in gattabuia: un giorno di carcere ogni trenta franchi di multa non saldata. Per coloro che proprio non ne vogliono sapere di pagare, però, una soluzione c'è: basta attendere cinque anni, termine oltre il quale la contravvenzione si prescrive.
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