
“Qui si discute di principi che riguardano il non togliere potere alla popolazione ucraina, e credo che tali principi dovrebbero essere iscritti nella ‘Lugano declaration’”. Così si è espresso ai microfoni di Ticinonews Boas Erez, già rettore dell’Usi, presente oggi in Piazza Dante a Lugano durante il presidio del Comitato contro la guerra. La stessa Unione europea “ha già sottolineato che alcune decisioni prese dal parlamento ucraino allungheranno il cammino verso l’integrazione”.
Un appello alla vigilanza
Alcune mosse recenti del governo Zelensky sembrano andare in una direzione “che indebolisce, diciamo, il controllo della popolazione sul patrimonio ucraino. L’aver sollevato la moratoria sulla vendita del terreno agricolo è qualcosa che può far pensare vi sia un’appropriazione da parte di potenti esteri sui beni ucraini. Quindi penso che un appello alla vigilanza sia giustificato, anche se questo non significa che molti partecipanti alla conferenza non siano a conoscenza di questo genere di problemi”.
“Ogni lavoro produce qualcosa”
In merito alla questione se la Urc2022 produrrà o meno qualcosa di concreto, Erez è convinto che “ogni lavoro porti un frutto. Non so se la declaration sia già stata scritta, ma dalle dichiarazioni che ho sentito, le parole chiave mi sembrano sempre un po’ le stesse”.
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