
Mentre UNIA esulta per l'ottenimento dei salari minimi nel settore metalmeccanico, nell'altro grande sindacato ticinese, l'OCST, serpeggia il malcontento. "È una beffa!" commenta Giovanni Scolari, responsabile del settore industria. "Per la prima volta nella storia decennale (76 anni) della Convenzione dell’industria metalmeccanica si è infatti ottenuto di inserirvi i salari minimi. Questa conquista, ripetutamente ma invano rivendicata in passato, si rivela tuttavia, perlomeno per il Ticino, una macchia urtante." "Per la nostra regione è stato fissato un salario minimo di 3.300 franchi lordi per il personale non qualificato e 3.600 franchi per il personale qualificato, raggiungibile peraltro entro il 2018" prosegue Scolari. "È un risultato che ha visibilmente il sapore amaro della beffa. Si tratta di un salario che offende i lavoratori ma non solo; svilisce anche la stessa industria metalmeccanica ticinese, dove prevalgono già oggi retribuzioni in larga parte più decorose." "Questo salario minimo, proposto dal mediatore in quanto le parti non erano riuscite a trovare un accordo, getta un’ombra pesante sul risultato del negoziato e intacca ampiamente la soddisfazione per il rinnovo della Convenzione" continua il sindacalista. "I delegati dell’OCST che parteciperanno sabato 15 giugno alla Conferenza del sindacato Syna che si pronuncerà sul rinnovo della Convenzione, intendono perciò manifestare il loro disappunto per questa soluzione salariale, che relega nuovamente il Ticino in coda a tutto il Paese. L’OCST si batterà perciò nelle singole aziende affinché vi vengano applicati salari vicini alle medie nazionali." "Dopo otto mesi di dure trattative c’è comunque soddisfazione per i risultati globali raggiunti. Nel campo del “work-life-balance”, vi sono novità importanti come un nuovo congedo per paternità di una settimana, la promozione di nuovi modelli più flessibili dell’orario di lavoro home office, job sharing, tempo parziale; l’assistenza ai figli al di fuori dell’orario scolastico. La nuova convenzione ha un occhio di riguardo per la promozione dei collaboratori presenti nelle aziende (in particolare donne e apprendisti) e il rafforzamento della formazione professionale." "Si è inoltre riusciti ad ottenere, un periodo di consultazione significativamente più lungo nel caso di situazioni di crisi che prevedono di sfociare in licenziamenti, e l’impegno a negoziare, in questi casi, dei piani sociali." "Per contro rimane ancorato nella convenzione il famigerato art 57 (articolo di crisi) che permette la deroga alle disposizioni sul contratto di lavoro. Articolo che ha portato in passato più volte a confrontarsi, anche in Ticino, con situazioni spiacevoli quali l’aumento di lavoro non retribuito. Oggi questo articolo trova un’impostazione più semplice, la richiesta di intervento delle parti contraenti, in particolare del sindacato, soprattutto per l’attuazione di misure a più lungo termine è, in ogni caso, garantita." "L’accordo raggiunto tra le Organizzazioni sindacali e la parte padronale dell’industria metalmeccanica, che rappresenta 560 aziende con 95'500 collaboratori, dovrà ora essere ratificata entro la fine di giugno da lavoratrici e lavoratori, per la parte sindacale, così come dalle aziende aderenti a Swissmem. Ottenuto tale consenso il nuovo strumento contrattuale potrà entrare in vigore a partire dal prossimo 1° luglio 2013 e avrà una durata sino al 30 giugno 2018."
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