Ticino
“O lo stato interviene o è la fine per il nostro settore”
In occasione della 77esima Camera cantonale agricola gli interessati si sono focalizzati sul tema del lupo

“Noi siamo agricoltori, produciamo derrate alimentari e siamo stufi che vengano messe in pratica regole che ci tolgano la legittimazione a produrre. Noi vogliamo restare un settore economico e stiamo difendendo la nostra funzione”. A dirlo è Omar Pedrini, presidente Unione contadini ticinesi in occasione della 77esima Camera cantonale agricola.

Il lupo al centro
Come gli altri settori economici, anche il primario sta soffrendo dell’attuale situazione internazionale. Ma il tema di strettissima attualità della riunione non poteva che essere il lupo. Il 2022 sta già segnando nuovi record, con 38 avvistamenti e 47 capi predati. Non sorprende dunque che i delegati abbiano accolto all’unanimità la risoluzione per la tutela della pastorizia in Ticino, elaborata da Armando Donati, presidente dell’Associazione per la Protezione del Territorio dai Grandi Predatori. “O lo stato riesce a invertire la tendenza oppure per il nostro settore sarà la fine”, sottolinea Donati.

Basi legali anche per abbattimenti preventivi
La risoluzione rivolta al Consiglio di Stato chiede fra le altre cose basi legali per abbattimenti preventivi, zone di pascolo in cui il lupo non può essere tollerato e l’abbattimento di lupi problematici.

“Base federale più solida”
L’attuale quadro legale non soddisfa il Ticino e gli altri Cantoni alpini, in cui è più difficile attuare misure di protezione delle greggi. “Ci attendiamo una base federale più solida per affrontare questo tema in maniera adeguata. La conferenza dei governi alpini sicuramente non lascerà nulla di intentato”, ha sottolineato il consigliere di Stato Christian Vitta.

Anche altri animali pericolosi
Ci sono però altri animali che fanno meno audience del lupo, ma più danni alle colture: gli ungulati, cervi e cinghiali. Da quanto emerso in assemblea sembra che il Dipartimento del territorio sia pronto ad estendere i prelievi anche nei mesi estivi, per ridurre in modo sostanziale la loro presenza.

Allarme acqua
Infine, l’allarme foraggio sembra rientrato: l’erba cresce sugli alpi, ma quest’estate in alcune zone potrebbe mancare l’acqua. “Stiamo seguendo da vicino l’evolversi della situazione”, conclude Vitta.

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