
Polemica per il nuovo brand di Lugano Turismo. Nella sua campagna vengono infatti presentate 12 immagini, visibili sul sito dell'ente www.luganoregion.com, dove ci si rende conto della volontà degli ideatori di utilizzare unicamente immagini della ragazza o di parte del suo corpo, legandola ai vari settori di promozione del turismo nella regione.
Il vicedirettore del Corriere del Ticino Bruno Costantini aveva commentato: "Sembra di sfogliare un catalogo di moda o la pubblicità di un boutique hotel, correlate da immagini artificiose, che usano cliché decotti". Ma non è l'unico ad esprimere qualche perplessità sulle fotografie presentate.
«L'uso del corpo femminile nella pubblicità è uno stratagemma ormai datato, che gradualmente viene abbandonato anche dai grandi marchi» commenta Gabriela Giuria, membro del Gruppo DAISI (Donne Amnesty International della Svizzera Italiana, che si occupa di sensibilizzare, monitorare e agire per i diritti delle donne), al Corriere del Ticino. «Recentemente - ricorda - con il movimento MeToo (la mobilitazione internazionale contro le molestie sessuali nata a seguito dello scandalo Weinstein, ndr.) è aumentata la sensibilità nei confronti della mercificazione del corpo, che non fa altro che promuovere degli stereotipi».
Anche Chiara Simoneschi-Cortesi, per diversi anni presidente della Commissione federale per le questioni femminili, non ha apprezzato molto la campagna. «Che sia l'ente pubblico a usare il corpo delle donne per attirare l'attenzione è avvilente. Siamo nel terzo millennio».
Maggiori dettagli nell'edizione odierna del Corriere del Ticino
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