
La pandemia non è finita. Più e più volte gli esperti hanno ripetuto questa frase e ora dobbiamo fare i conti con un’altra variante del coronavirus. Si chiama “Xe”, è stata scovata in Inghilterra e potrebbe essere più trasmissibile. Al momento le autorità sanitarie però non sono in allerta. “È ancora troppo presto”, sottolinea il direttore dell’Epatocentro Ticino Andreas Cerny ai microfoni di Ticinonews, il quale ha fatto il punto della situazione.
Cosa sappiamo finora?
“Sappiamo che sono dei ricombinanti, sono dei virus nati infettando la stessa cellula dalla quale poi è nato un nuovo virus. Queste varianti si sono viste in Inghilterra e hanno delle caratteristiche probabilmente simili ai virus da cui sono nate. La durata dei sintomi sembra essere più breve, così come il tempo di incubazione”.
I vaccini sono efficaci?
“Quello che i vaccini continuano a fare è che proteggono contro i decorsi gravi, la necessità di andare in ospedale e di andare in cure intense. Quello che fanno meno bene è proteggere contro le infezioni. Sentiamo sempre di più persone che hanno fatto i tre vaccini che magari hanno già contratto il Covid a gennaio e ora rifanno un’altra infezione. Queste sono però delle infezioni lievi e senza decorsi gravi. Per questo motivo è una buona idea vaccinarsi, la persona è protetta. Ci sono alcune indicazioni che danno questa variante come più contagiosa, ma non è il momento di preoccuparsi”.
Siamo entrati in una nuova fase di convivenza con il virus?
“È difficile da dire, abbiamo visto che delle nuove varianti, non necessariamente più miti, possono insorgere in poco tempo. Il monitoraggio a livello svizzero indica che c’è una decrescita dell’epidemia, andiamo verso l’estate e dobbiamo continuare a osservare quello che succede a livello mondiale. In autunno mi immagino che ci sarà una discussione per un quarto vaccino, dobbiamo scegliere il momento giusto per un altro vaccino”.
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