Ticino
Nuova legge stipendi, docenti sul piede di guerra
Nuova legge stipendi, docenti sul piede di guerra
Nuova legge stipendi, docenti sul piede di guerra
Redazione
8 anni fa
I collegi di numerosi istituti superiori scrivono ai deputati in Gran Consiglio per la nuova scala stipendi, ritenuta "ingiusta e ingiustificabile"

La nuova legge sugli stipendi degli impiegati dello Stato e dei docenti, che prossimamente approderà sui banchi del Parlamento, provoca più di una qualche perplessità ai diretti interessati, in particolare ai docenti. I collegi dei docenti di numerosi istituti cantonali (tra cui la Commercio di Bellinzona, e i Licei di Lugano 1, Mendrisio, Bellinzona e Locarno) hanno quindi scritto una presa di posizione inviata all'attenzione dei membri del Gran Consiglio, nella quale si lamentano della modalità di applicazione della nuova scala stipendi, secondo l'art. 41 del progetto di legge (Norma transitoria: adeguamento salari alle nuove classi).

Secondo i docenti la nuova scala stipendi non pare in linea con quanto asserito nello stesso messaggio, che dice che "non comporterà riduzioni di salario per nessun impiegato già in servizio al momento dell'entrata in vigore della nuova legge".

"In realtà, invece" sottolineano i docenti, "la modalità di adeguamento salariale prospettata dalla nuova legge comporterà, nel corso della carriera di molti dipendenti, una diminuzione complessiva della retribuzione rispetto alla situazione attuale, anche nel caso in cui la nuova classe di stipendio preveda un salario (d'entrata e massimo) uguale o superiore a quello della vecchia classe".

"Questa diminuzione della retribuzione" sottolineano, "trae fondamentalmente la sua origine da diversi fattori. Innanzitutto, l’aggancio alla nuova scala stipendi avviene in sostituzione dell’annuale scatto d’anzianità, ciò che, nella maggior parte dei casi, comporta una perdita salariale (il guadagno ottenuto con l’aggancio alla nuova scala è infatti sensibilmente inferiore all’aumento annuale previsto dalla vecchia scala). Questo minor guadagno si traduce così in una diminuzione permanente della retribuzione sull’arco della restante carriera. In secondo luogo, la nuova scala stipendi prevede un allungamento della carriera e quindi una riduzione degli aumenti annuali, ciò che comporta un importante aumento degli anni di lavoro necessari a recuperare il mancato guadagno dovuto al passaggio alla nuova scala".

I docenti ritengono questo fatto "ingiusto e non giustificabile", spiegando le proprie ragioni nei seguenti punti: 

1. L’aggancio alla nuova scala, se non accompagnato dallo scatto d’anzianità che in quel momento spetterebbe al dipendente, colpisce in modo diseguale e casuale i dipendenti inseriti addirittura in una medesima classe di stipendio: trovarsi casualmente davanti al 6° o al 12° scatto produce effetti diversi sull’arco di tutta la carriera (vedi grafico e tabella allegati).2. Questa riduzione del salario colpisce diverse categorie di dipendenti dello Stato, docenti compresi. Ad esempio, nel settore delle scuole medie superiori, verrebbero colpiti maggiormente proprio quegli insegnanti che attualmente si trovano in corso di carriera e che hanno già subito maggiormente le varie misure di risparmio degli ultimi anni (blocco degli scatti, riduzione dello stipendio iniziale di due classi, ecc.).3. Questa situazione concerne pure i settori del servizio pubblico esterni alla scuola, compresi quei dipendenti che da anni vedono costantemente ridimensionata la propria retribuzione a fronte dei compiti sempre più complessi che il cittadino ticinese si aspetta che assolvano.4. La presunta neutralità finanziaria complessiva del passaggio al nuovo sistema retributivo è quindi in realtà costruita su una ripartizione ineguale dell'onere finanziario tra i dipendenti dello Stato. In altre parole la riqualifica salariale di alcune posizioni è finanziata dal sacrificio di altre. La natura arbitraria che caratterizza tale operazione corrisponde quindi ad una misura di risparmio occulta a carico di determinate categorie di dipendenti cantonali. I due ambiti (quello relativo al passaggio ad un nuovo sistema retributivo e quello relativo al suo finanziamento tramite misure di risparmio) dovrebbero essere rigorosamente tenuti distinti l’uno dall’altro.

Da qui l'appello lanciato ai deputati affinché le modalità di attuazione dell’art. 41 vengano corrette, "assicurando a tutti i collaboratori dello Stato un equo passaggio al nuovo sistema retributivo e riconoscendo a ogni dipendente lo scatto annuale che gli spetta prima di fare l'aggancio alla nuova scala". 

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