Ticino
Nuova imposta di circolazione, per alcuni è un salasso
© CdT/Gabriele Putzu
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Redazione
un anno fa
Alcuni cittadini ticinesi si sono risentiti per l’aumento dell’imposta di circolazione. Barboni (Sezione della circolazione): “Nessun errore, la formula di calcolo era già stata spiegata”.

Di chilometri negli ultimi mesi l’imposta di circolazione ne ha fatti molti. Un viaggio culminato con l’arrivo delle nuove fatture nella buca delle lettere dei ticinesi. È storia degli ultimi mesi: prima il voto popolare del 30 ottobre e poi la quadratura del cerchio trovata in Gran Consiglio. Se, numeri alla mano, il tema non ha scaldato i ticinesi alle urne, qualcuno si è invece risentito una volta trovata la fattura e constatato l'aumento del premio, salito in certi casi anche in maniera importante A Camorino sono giorni intensi e alcuni si chiedono se sia stato commesso un errore. “Assolutamente no. Già durante la consultazione popolare era stato spiegato che la formula sarebbe stata quella dell’emissione del CO2 e sulla base di questo sarebbe stata poi calcolata l’imposta di circolazione”, spiega a Ticinonews Aldo Barboni della sezione della circolazione. “Io comprendo benissimo la domanda dell’utente. È giusto che uno possa interrogarsi e chiedersi ‘è corretto, hanno sbagliato?’. Ma è stato un iter assolutamente trasparente quello che ha portato al risultato del Gran Consiglio”.

La differenza la fa il CO2

Effettivamente si sapeva che per circa 20’000 vetture immatricolate per la prima volta a partire dal 2009 la tassa 2023 avrebbe comportato un aumento più o meno importante. Per tutte le altre automobili la cui imposta è stata calcolata con la nuova formula, e stiamo parlando di circa 160’000 veicoli, ci sarebbe stato da pagare meno. Pari e patta, infine, per le circa 40’000 vetture immatricolate prima del 2009 che beneficiano della moratoria. Si tratta, in definitiva, di una minoranza. Con la parola d’ordine che è CO2. “Chi ha un CO2 più elevato deve pagare di più, chi possiede una macchina in cui il CO2 è basso paga di meno ma, ripeto, abbiamo 160'000 unità che beneficiano, e abbiamo anche 23 milioni in meno”, precisa Barboni. Ventitré milioni, ovvero la differenza tra quanto incassato lo scorso anno e quanto il Cantone incasserà nel 2023. Tra chi pagherà di più ci sono anche famiglie. Fasce deboli che non possono permettersi di cambiare automobili.

Una bassa affluenza alle urne

Tornando a fine ottobre, al momento delle votazioni, alle urne si presentò solo il 35% della popolazione. Un risultato basso che, sempre secondo Barboni, può spiegare la disinformazione attuale. Le fatture andranno saldate entro il primo marzo e in linea di principio, salvo motivi comprovati, non è possibile rateizzare il pagamento.

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