Ticino
Nuova centrale del Ritom, caduto l’ultimo diaframma
Immagine Ritom SA/Demaldi
Immagine Ritom SA/Demaldi
Lara Sargenti
3 anni fa
La galleria, il cui scavo si è concluso questa mattina, permetterà di portare l’acqua dal lago Ritom al futuro impianto, che si trova 840 metri più a valle

Ha lavorato instancabilmente per quasi 12 mesi e ora la fresa ha completato la sua missione: questa mattina è caduto l’ultimo diaframma della galleria, dove sarà inserita la condotta che porterà l’acqua dal lago Ritom alla futura centrale idroelettrica del Ritom. Una galleria che permetterà di superare il dislivello di 840 metri tra il lago Ritom e Piotta.

Un lavoro lungo e difficoltoso
La fresa ha scavato per circa 1’400 metri nel cuore della montagna. In alcuni tratti lo scavo è avvenuto in condizioni geologiche difficili, “che ne hanno reso l’avanzamento difficoltoso e impegntativo”, sottolinea la società Ritom SA (società partecipata al 75% dalle FFS e al 25% dal Cantone). I lavori di scavo sono iniziati nel 2019 e i primi 770 metri sono stati scavati in orizzontale tramite brillamenti. Da marzo 2021 lo scavo per il pozzo inclinato è poi proseguito utilizzando la fresa da 300 tonnellate, lunga 100 metri, con un diametro di 3.23 metri. “In questi quasi 12 mesi la fresa ha lavorato mediamente per 85 ore a settimana su 2 turni di lavoro giornalieri, sono stati impiegati oltre 20 operai giornalmente e sono state scavate 90’000 tonnellate di materiale, di cui circa 65’000 tonnellate con esplosivo e 25’000 tonnellate con mezzo meccanico”, si legge nella nota.

I lavori proseguono su più fronti
La nuova centrale sostituirà l’attuale impianto FFS del 1917 e prevede due turbine (una con un generatore da 16.7 Hz per l’approvvigionamento della ferrovia e l’altra con un generatore da 50 Hz per l’approvvigionamento della rete cantonale). Il nuovo impianto, il cui cantiere è iniziato nel 2018, sta pian piano prendendo forma. L’edificio, che ospiterà le due turbine e una pompa, è arrivato a tetto e li accanto sta avanzando la realizzazione del bacino di demodulazione. Quest’ultimo è un importante tassello del nuovo impianto, poiché “grazie ad una capacità di 100’000 m3 permetterà di regolare la restituzione delle acque nel fiume Ticino nel rispetto dell’ambiente”. Nella vecchia centrale del Ritom nel 2020 è stato messo in esercizio il convertitore di frequenza per lo scambio di energia tra la rete 50 Hz di AET e la rete 16.7 Hz delle FFS.

Un progetto chiave per l’energia
La futura centrale idroelettrica è il “principale progetto energetico per il Cantone ed AET degli ultimi 50 anni in Ticino e uno dei più importanti investimenti delle FFS a sud delle Alpi”, sottolinea ancora la società. Rappresenta inoltre un importante passo avanti per “la sostenibilità e la politica energetica della Confederazione”. L’investimento complessivo è di circa 300 milioni di franchi.

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