Criptovalute
Numeri “oltre le aspettative” per ‘Plan B’ a Lugano
© Shutterstock / Ticinonews
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Redazione
un anno fa
A quasi un anno dal lancio del discusso ‘Plan B’ a Lugano, le cifre sono più che positive. Il sindaco Foletti: “Uno dei punti principali sui quali ho insistito è quello dell’istruzione”.

Che cos’hanno in comune un negozio di giocattoli, una gioielleria, un takeaway e una sala da gioco? Tutti accettano le criptovalute. Sono 132, in totale, i commerci e i servizi affiliati al sistema di pagamento sviluppato a Lugano e distribuito in città a partire da ottobre. Una dozzina invece le società attive nel ramo che negli ultimi mesi si sono trasferite sulle rive del Ceresio. Numeri che a quasi un anno dal lancio del tanto discusso ‘Plan B’ vanno oltre le aspettative del sindaco, Michele Foletti. “I dati di queste società ci dicono: ‘siamo consapevoli che a Lugano paghiamo più imposte rispetto a Zugo, ma qui troviamo l’ambiente e le soluzioni migliori per poter sviluppare le nostre società’, e io credo che questo sia già un bel successo””, spiega Foletti ai microfoni di Ticinonews. E a proposito di imposte, “spero che si possano pagare le tasse in bitcoin con l’emissione dei prossimi acconti di imposta attorno al mese di aprile”.

“Qualche rischio c’è, occorre vigilare come abbiamo fatto”

Nonostante i dubbi sollevati di recente in consiglio comunale sulla scelta di puntare su un settore agli occhi di molti criptico e insidioso, Foletti, forte dei numeri incassati sinora, guarda già alle prospettive future. Il tema sarà comunque affrontato dal Legislativo a inizio febbraio su spinta del socialista Raoul Ghisletta, che in una presa di posizione scritta non esita a parlare di ‘finanza da far west’. “Qualche rischio certamente c’è”, ammette Foletti. “È necessario vigilare, essere attenti e trovare i giusti partner, cosa che noi pensiamo di aver fatto. Bisogna anche sfatare un mito: oggi il sistema migliore per riciclare soldi è utilizzare i vecchi franchi, euro e dollari”. La Fedpol, addirittura, “indica che il mondo dei blockchain e delle criptovalute potrebbe permettere di scovare le organizzazioni criminali, proprio perché la tecnologia blockchain consente di tracciare ogni movimento di ciascuna criptovaluta”.

Le potenzialità della tecnologia blockchain

In effetti nel 2021 i traffici illeciti in criptovalute ammonterebbero allo 0.15% delle transazioni totali. Cifre verosimilmente non definitive, si puntualizza nell’analisi, di fronte a un settore nuovo e in evoluzione che richiede anche mezzi aggiornati da parte delle forze dell’ordine. C’è poi da considerare la volatilità delle monete virtuali. I timori, insomma, sono leciti. La risposta, per Foletti, è la conoscenza. “Uno dei punti principali sui quali ho insistito è quello dell’istruzione, dell’educazione”. Quest’estate, nel mese di luglio, “siamo riusciti a organizzare la Summer School del Plan B, alla quale abbiamo avuto 90 partecipanti provenienti da 29 Paesi differenti”. Questo “ci ha permesso anche di capire l’interesse che c’è da parte dei giovani verso questa nuova tecnologia blockchain, utilizzata per le monete digitali, ma non solo: permette infatti anche di rendere non violabili determinate operazioni”. Un esempio concreto? Nell’industria dell’aeronautica, per evitare che qualcuno compri dei pezzi di ricambio falsi o d’occasione, “questi vengono certificati grazie alla tecnologia blockchain, ed è su questo che ci stiamo concentrando”, termina Foletti.

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