
“Nessuno è contrario alla sistemazione del nodo intermodale alla Stazione FFS di Locarno-Muralto”. Anzi, “di fronte all’incapacità politica di portare a termine dopo 10 anni una pianificazione in gran parte già in esercizio, non possiamo che essere i primi a volerlo”. È quanto ha ribadito con fermezza questa mattina il comitato “Salva Viale Cattori” in occasione dell’incontro con i media svoltosi a Muralto. “Il referendum – ricorda il comitato – blocca i sussidi federali. Dovesse vincere al voto, questi resterebbero vincolati allo scopo originario”. Pertanto “a questo stadio è certamente ingiustificata e fuorviante la pressione sul rischio di perderli”.
“Non è necessario uno stravolgimento radicale della percorrenza”
La situazione attuale “funziona molto bene e garantisce come gli altri centri ticinesi un efficiente e comodo collegamento al resto del cantone”, si legge in un comunicato stampa. “Non manca nulla per essere all’altezza delle altre stazioni principali”. Sono necessari un ammodernamento ed eventualmente un ampliamento, “che però non richiedono uno stravolgimento radicale nella percorrenza e stazionamento dei mezzi pubblici”. Le criticità esistenti “possono venir risolte facilmente con una spesa contenuta. Lo spazio e le soluzioni non mancano”.
Le argomentazioni
Tra le “spinosità” del progetto evidenziate dal comitato figura il fatto che tra i quattro studi arrivati in finale è stato scelto quello “più impattante e penalizzante per territorio, ambiente e sicurezza”, la richiesta di 17 milioni ai contribuenti “ che risulteranno insufficienti vista la più volte dimostrata incapacità di fare i preventivi in Ticino” e l’aumento dei semafori con conseguente peggioramento “del già caotico traffico di transito”.
Le preoccupazioni
Altre criticità evidenziate concernono il fatto che lo studio scelto “non comprende l'autosilo - che vedrà la luce solo fra 5 o 10 anni - e crea una pericolosa zona incontro attraversata da un groviglio di utenti”. Inoltre, “l’incolumità dei pedoni e la mobilità lenta sono poste in secondo piano”. Non solo: il progetto “compromette tutte le manifestazioni al lago, in quanto il percorso dovrà essere sempre garantito, e declassa a squallido e pericoloso corridoio di transito per mezzi pubblici un luogo del Locarnese di valore, di forte attrazione turistica e frequentatissimo dalla gente dell’intera regione”. I due anni e mezzo di lavoro, infine, “mettono a rischio decine e decine di piccole e medie attività commerciali e centinaia di posti di lavoro”.
“C’è chi non vuole vedere la soluzione”
Il “prevedibile e nefasto risultato”, conclude il comitato, “viene camuffato da rendering irrealistici e simulazioni pilotate, portando confusione e incertezza nei cittadini che hanno più volte manifestato il proprio disappunto, senza peraltro venir minimamente ascoltati”. La riqualifica e la valorizzazione del comparto “necessita di un nuovo concetto che metta ordine e ne aumenti l’attrattività". Obiettivo "che di certo non verrà raggiunto con lo scempio urbanistico che si vuole realizzare”. Votare “no” (il 15 giugno, ndr) “significa dimostrare rispetto, oculatezza e senso civico per la cosa pubblica. La soluzione l’abbiamo sotto gli occhi, ma c’è chi ostinatamente non la vuole vedere”.