
Il patto del Grütli non arriverà a Lugano. A chiederlo, ricordiamo, era stata un’interpellanza del consigliere comunale UDC Tiziano Galeazzi, sottoscritta da una trentina di colleghi (vedi articolo suggerito).
A spegnere le speranze degli interpellanti è toccato al municipale Roberto Badaracco, che nella seduta di Consiglio comunale di ieri sera ha spiegato come una richiesta formale alla direttrice dei musei dei Patti federali e al Canton Svitto sia partita subito dopo l'interpellanza, ma la risposta è stata negativa. I diretti interessati non hanno dato la propria disponibilità perché tali documenti sono "originali, pregiati e unici".
"Riteniamo che prestare il Patto federale a musei o centri culturali in Svizzera non sia assennato", scrive il Consiglio di Stato svittese nella lettera di risposta al municipio di Lugano.
Il consigliere di Stato responsabile del dossier Michael Stahl (PPD) non intende creare un precedente. Una risposta positiva avrebbe spinto altre città, cantoni o musei in Svizzera a presentare richieste simili. Il documento "verrebbe esposto sempre più di frequente a influenze esterne" e potrebbe deteriorarsi, ha spiegato il ministro svittese.
Il Governo ha però invitato una delegazione della città di Lugano a visitare il Museo del Patto federale a Svitto.
"Malauguratamente Svitto non ci concederà un'occasione unica nel suo genere - ha commentato Galeazzi - Peccato non ci sia la volontà perchè le soluzioni assicurative, trasporto e sicurezza le avrebbero trovate. Parliamo di rimanere in Svizzera. Poteva essere un esercizio di storia abbinato alla civica... tanto odiata da una parte quanto amata dall'altra".
"Magari poteva creare un ponte d'incontro e di chiarificazioni dopo quanto successo in queste settimane".
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