
Il caso dei 13 aspiranti docenti di italiano che, pur avendo concluso la formazione, non avranno ore di insegnamento sembra aver impartito qualche lezione. Facendo tesoro delle critiche emerse da questa vicenda, il DFA ha deciso che a settembre non verrà organizzato il corso per l’insegnamento dell’inglese perché, per i prossimi anni, si prevede un fabbisogno insufficiente di questa figura professionale. Ma la decisione non fa contenti tutti.
"Una comunicazione dal nulla"
I candidati per seguire il diploma del DFA nella disciplina inglese, infatti, sono stati informati di questa decisione il 28 maggio, giorno in cui attendevano il risultato. Chi aspirava a seguire questa formazione oggi è amareggiato: “nessuno ne ha mai accennato. Io attendevo i risultati ed è arrivata questa comunicazione dal nulla”. La SUPSI ci spiega così la sua decisione: “dagli approfondimenti effettuati, anche grazie all’Osservatorio docenti istituito dal DECS in collaborazione con il DFA/ASP e la SUFFP, è stato possibile appurare che tra gli anni scolastici 2025-2026 e 2027-2028 il fabbisogno di docenti di inglese nelle scuole medie superiori risulta pressoché nullo”. Da qui, la rinuncia ad aprire la formazione per l’ottenimento del Diploma in Insegnamento per le scuole di maturità nella materia inglese nell’anno accademico 2025-2026 e l’interruzione della procedura di ammissione.
La procedura di ammissione
La procedura era iniziata lo scorso novembre e aveva richiesto un esame scritto e uno orale. "Io ho sprecato tempo a studiare”, ci spiega uno dei candidati. “Ci sono stati dei costi economici come la tassa di iscrizione, anche se quest’ultima ci verrà rimborsata. Però io in quel momento non mi trovavo in Ticino, quindi, ho avuto i costi non indifferenti del treno. Il punto è che è assolutamente inconcepibile che non ci sia stata una mezza comunicazione. Ovviamente non è dato che le persone candidate vengano ammesse, però io fino a due giorni fa avevo ancora la speranza”.
La scia del "caso DFA"
La SUPSI specifica che “la direzione ha preso questa difficile decisione facendo tesoro delle critiche costruttive emerse negli scorsi mesi a seguito del caso dei docenti in formazione per la disciplina italiano”. La VPOD segue il tema da vicino: “non nascondiamo che questa decisione ha provocato del disagio a quegli aspiranti docenti che si erano impegnati nel percorso di abilitazione e a sostenere gli esami”, premette co-segretario Edoardo Cappelletti. “Ci aspettavamo che il DECS, insieme al DFA, rendesse più precise le previsioni per gli anni a venire. Prendiamo atto che questa decisione è stata implementata retroattivamente per chi già aveva fatto richiesta per accedere al DFA”. Al netto dei disguidi creati, la decisione della SUPSI va nella direzione auspicata dalla VPOD. “Siamo contenti che vi sia un primo passo in avanti per una più accurata previsione del fabbisogno docenti”, prosegue Edoardo Cappelletti. “In questo caso è stata rivolta alla materia di inglese, ma speriamo possa essere analogamente applicata alle altre. L’obiettivo è che non si creino false aspettative e non si alimenti il precariato di questa categoria, già fortemente in difficoltà nella ricerca di ore di insegnamento”.
