Votazioni cantonali
Niente da fare per la Mirante, in corsa Carobbio e Demaria
Redazione
un anno fa
Il Congresso socialista, riunitosi oggi a Bellinzona, ha deciso che a correre per il Consiglio di Stato saranno Marina Carobbio e Yannick Demaria. Respinta la candidatura di Amalia Mirante

È stata una sfida di una lunga giornata tra Marina Carobbio e Amalia Mirante per decidere chi delle due può correre per il Consiglio di Stato nella lista rosso-verde alle prossime votazioni cantonali. Il congresso ha votato per puntare su una candidatura di rinnovamento e una di esperienza dando  la possibilità a Yannick Demaria e Marina Carobbio di correre per il Consiglio di Stato. 

Nella mattina con 203 contrari e 79 favorevoli è stato respinto l'emendamento presentato dall'ex vicepresidente Evaristo Roncelli, il Congresso socialista, riunitosi oggi a Bellinzona, ha infatti deciso di confermare il ticket candidatura di esperienza/candidatura giovane. L'emendamento, ricordiamo, chiedeva di eliminare la distinzione tra le due candidature, in modo che i tre candidati (Marina Carobbio, Amalia Mirante e Yannick Demaria) potessero essere votati secondo tutte le combinazioni possibili: Carobbio-Demaria, Mirante-Demaria, Mirante-Carobbio. Sulla votazione per una lista unitaria "Socialisti e verdi" alle prossime elezioni, invece, il congresso si è espresso a favore con tre voti astenuti. 

La mattinata

Una folla decisamente nutrita si è riunita questa mattina a Bellinzona, nell’Auditorium della Scuola cantonale di commercio, per il Congresso del Ps a cui oggi spetterà il compito di ratificare i nomi dei due candidati che correranno per il Governo, nella lista unica rosso-verde, alle votazioni cantonali di aprile del 2023.

Riget: "Basta discussioni incentrate sulle persone e non sui temi"

Per prima ha preso la parola la copresidente Laura Riget, la quale ha parlato di "settimane difficili, politicamente e umanamente. Questo Congresso è una tappa intermedia. Vogliamo rafforzare la collaborazione con i Verdi e con gli altri partiti di sinistra. Non è un’alleanza elettorale bensì un progetto". Riget ha aggiunto che oggi potrebbe essere "la fine del progetto Riget-Sirica, oppure la fine delle divisioni". Questo "dipende da voi", ha affermato rivolgendosi ai presenti. "Basta discussioni centrate sulle persone e non sui temi". Avere ambizioni personali "è legittimo ma deve essere un mezzo. Evocando correnti, auto candidarsi con largo anticipo non ci ha fatto bene. È ora di porre fine a questo poco edificante confronto". Oggi, ha proseguito, "vi chiediamo di pensare al bene del progetto, la vera novità di questa elezione: l’alleanza rosso verde". Per avere una lista forte, l’unico criterio è quanti voti porta una persona? "Secondo me no: è forte quando i candidati credono nel progetto e lo portano avanti. So che i voti sono determinanti, ma a lungo termine un progetto serio con candidature coerenti è la strategia più efficace". Qualsiasi sia la scelta odierna, "mettiamo da parte delusione e orgoglio ferito per il bene del partito".

Canetta: "Votare l'emendamento per spazzare via le recriminazioni"

È toccato poi a Maurizio Canetta intervenire per parlare in favore dell'emendamento. "Con questa votazione il partito potrebbe diventare la seconda forza del cantone", ha esordito. "Ci serve un gioco forte. Dobbiamo ottenere il massimo anche con i volti che presentiamo a elettrici e elettori. Nessun giocatore di poker scarta un asso se ne ha in mano due". C'è anche un altro elemento: "votare l'emendamento significherebbe spazzare via le recriminazioni. Andare alle elezioni con i nervi distesi è nell’interesse di tutti. Se voterete l'emendamento potrete comunque scegliere la candidatura che preferite. Sarebbe un peccato se i primi metri di questo percorso fossero inquinati da una questione procedurale".

Bertoli: "Non è vero che il confronto interno è pagante"

Il consigliere di Stato Manuele Bertoli  ha espresso invece la posizione della Direzione e si è dichiarato contrario all'emendamento. "Il processo che ci ha portati qui oggi è stato fatto in maniera corretta e ineccepibile", ha detto. "Perché una candidatura forte e una giovane? Puntare sull'avere un giovane in lista significa contare sul fatto che loro siano pronti". Per quanto concerne l'avere due candidature forti "la storia ha dimostrato che non è vero che il confronto interno è pagante". Inoltre, "se andremo avanti per altri quattro mesi, come accaduto di recente, a sentire parlare da fuori di 'discussioni' e 'fibrillazioni' all'interno del Ps noi ci autodistruggeremo. Decidiamo democraticamente la nostra candidata di punta e, una volta deciso, quella persona incarnerà il progetto". In conclusione "votiamo no all'emendamento". 

Branda: "Occorre cambiare dinamica"

Intervenuto nel corso del dibattito, il sindaco di Bellinzona Mario Branda aveva detto di auspicare un cambio di dinamica. "Non dobbiamo accontentarci di salvarci. Io voglio un partito che vinca e porti a casa dei risultati. Dobbiamo trasmettere i giusti messaggi a chi sta fuori". E ha poi aggiunto: "Non capisco per quale ragione Mirante non possa fare parte della lista. Se passiamo i prossimi 10 anni a dare i voti a chi è più compagno, alla fine faremo i Congressi in venti-trenta persone". Le elezioni "non sono un concorso di bellezza politica o di purezza ideologica".

Il pomeriggio

Il pomeriggio è iniziato con un'ora e mezza di ritardo e a prendere parola è stato il consigliere di Stato uscente Manuele Bertoli, il quale ha ringraziato tutte le persone che in questi anni lo hanno sostenuto nel suo lungo percorso in politica. 

Sirica: "Amalia non è funzionale al nostro progetto"

Il co-presidente del Ps Fabrizio Sirica intervenuto al congresso ha detto: "Negli ultimi tre anni Amalia non ha presenziato, non ha collaborato per nessuna votazione, nessun gruppo di lavoro. Le sue competenze non sono mai state messe a disposizione. Esiste la corrente rappresentata da Mirante? Difficile da dire. Non ho trovato sue prese di posizione nette. Non si è espressa sul decreto Morisoli ma si è distanziata dall’iniziativa 99% della Giso. Non conosciamo neppure la sua posizione sull’immigrazione. Amalia esprime le sue posizione se ne trae vantaggio elettoralmente". Sirica ha sottolineato come il nome di Amalia non sia per lui e per la direzione, "funzionale al progetto". 

Carobbio: "Credo fortemente nel progetto rosso-verde"

"Le parole sono importanti, le parole creano realtà". Con queste parole inizia il suo discorso Marina Carobbio, Consigliera agli Stati, al congresso del PS. "Continuerò a battermi per una svizzera più solidale e aperta. Penso di aver portato avanti gli obiettivi del partito, non sono caduta sui principi che più contano. Tanti anni di lavoro di cui vado fiera. Credo fortemente nel progetto rosso-verde che prevede anche la presenza di giovani".  "Nel nostro cantone non vedo solo ostacoli, ma tante opportunità. Non dobbiamo limitarci a difendere quanto acquisito, curando la nostra casa e il nostro partito. È con questo progetto e con questa ambizione che dobbiamo presentarci alle prossime cantonali. Non parlo volentieri di questioni personali, oggi però qualcosa di personale vorrei dirlo: un pensiero per la mia famiglia, un ringraziamento a mio marito, ai miei figli a cui spero di aver dato gli strumenti per stare sempre dalla parte dei più deboli. Strumenti per contribuire un futuro diverso, più giusto e sostenibile. Quei valori che i miei genitori hanno trasmesso a me e mia sorella. Se questo vuol dire essere parte di una grande famiglia, lo sono. E ne sono orgogliosa. Ho molto rispetto per questa candidatura e per la carica di consigliere di Stato. Credo di aver maturato le competenze e le esperienze per esercitare questo ruolo nell’interesse del Cantone". 

Mirante: "Non sono qui a difendermi"

Anche Amalia Mirante ha preso parola a Congresso e da subito ha voluto rispondere alle accuse fatte da Fabrizio Sirica poco prima. “Avete tutto il diritto alle opinioni ma non avete diritto ai fatti. Non sono qui a difendermi, non sono qui a darmi la pagella di socialismo. Perché mi sono candidata? Sono forse una donna arrogante, troppo insistente? No. Da febbraio sto portando avanti un’iniziativa non solo personale ma politica. Il nostro è un partito aperto e come tale deve offrire delle scelte vere. Non possiamo predeterminare il discorso di una discussione. La lista proposta dalla direzione ha un chiaro indirizzo politico. Rappresenta gran parte del partito, ma non tutta. Io porto una sensibilità diversa. Coniugo gioventù con esperienza, vigore con saggezza. Sono un economista, il tema dei prossimi anni. Non sono contraria ad alleanze a sinistra, sono convinta dei benefici di un’azione politica congiunta a sinistra. Le mie riserve le ho espresse in modo trasparente e toccavano gli aspetti tecnici della collaborazione. Non sono l’unica. Il nostro è un partito complesso, la qualità della democrazia in un partito si valuta da come vengono trattate le sue minoranze. In politica le idee diventano realtà solo se ci sono i numeri. Gli avversari non stanno a guardare, fanno liste di battaglia. Una lista forte per il governo fa da traino al parlamento. Sono stata chiamata hello kitty, un’opportunista, un prodotto senza idee. Trattata come un pezzo di carne di cui si può dire “liberali, perché non ve la prendete voi”. Mirante ha poi ricordato il padre e la sua morte a causa di una brutta leucemia. "Nulla ci è mai stato regalato, per questo sono diventata socialista. Sono Amalia, figlia di migranti operai poveri. Nessuno era famoso o importante. Quando parlo di operai o di preoccupazioni economiche so di cosa parlo. Se non mi candideranno non so cosa succederà. Anche io ho dei sentimenti". 

Intervista a Marina Carobbio

Intervista a Amalia Mirante

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