Ticino
Nessuno vuole più difendere i frontalieri
Redazione
12 anni fa
Erano in 20, prima delle elezioni, ad aver sottoscritto il manifesto per i frontalieri. Oggi a Malnate sono rimasti in tre

Stamattina a Malnate, in provincia di Varese, si è tenuto un incontro tra parlamentari e rappresentanti sindacali per fare il punto della situazione sulle problematiche riguardanti i frontalieri. Prima delle elezioni italiane, infatti, era stato stilato un manifesto in difesa dei frontalieri, sottoscritto da numerosi candidati lombardi. Ma oggi della ventina di firmatari ne sono rimasti solo tre, secondo quanto riporta Infoinsubria: Chiara Braga, Daniele Marantelli e Angelo Senaldi, tutti del PD. Altri tre hanno giustificato la propria assenza, ma di tutti gli altri non s'è vista manco l'ombra. I pochi presenti hanno chiesto una legge nazionale che normi il frontalierato in tutti i suoi aspetti. Perché nell'ambiguità odierna, i frontalieri escono spesso e volentieri perdenti. Come nel caso delle indennità di disoccupazione da loro pagate ma dal governo Monti bloccate: quei soldi non torneranno mai più indietro, come ha ammesso un rappresentante della Cgil. Sergio Aureli, di Unia, si è chiesto: "Ma cosa sta diventando l'Italia? All'Ilva di Taranto è stato nominato un commissario straordinario per tutelare 30'000 lavoratori, mentre i rapporti con il Ticino, il più grande datore di lavoro della Lombardia con 60'000 frontalieri, sono lasciati allo sbando." Ma il disinteresse post elettorale manifestato dai politici è chiarissimo. I punti spinosi della questione frontalieri, almeno da parte italiana, resteranno spinosi ancora per un bel po'.

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