Ticino
Nessun rimorso per i due ex giudici del Tpc: "Le molestie vanno segnalate e non tollerate"
©Chiara Zocchetti
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Redazione
6 giorni fa
Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, ormai ex giudici del Tribunale penale cantonale, reagiscono alla sentenza dei giudici di Mon Repos. Verda Chiocchetti: "Sono convinta che abbiamo fatto la cosa giusta". Siro Quadri: "Un giudice non può stare in silenzio di fronte a certe situazioni".

Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti sono definitivamente ex giudici del Tribunale penale cantonale. I due, ricordiamo, sono stati destituiti a dicembre dello scorso anno dal Consiglio della magistratura perché accusati di "aver gravemente violato i loro doveri di magistrato" per aver denunciato per il reato di pornografia il Presidente del Tribunale penale cantonale Mauro Ermani e il 29 agosto di quest'anno i giudici di Mon Repos hanno scritto la parola fine alla vicenda, respingendo il loro ricorso contro la destituzione. E ora Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti torneranno a fare gli avvocati.

"Abbiamo fatto quello che andava fatto"

"Non penso che abbiamo avuto coraggio, abbiamo fatto quello che qualsiasi giudice, ma anche qualsiasi cittadino, doveva fare. Se si vede un abuso, lo si segnala. È una tutela della società tutta", afferma a La Domenica Verda Chiocchetti, aggiungendo di "avere la sensazione di essere intervenuti dove i tempi non sono ancora maturi. Ci sono cose che sono state tollerate per anni, ora si sa che non devono esserlo ma gli adattamenti sono lenti". La vita, continua, "non finisce con una sentenza del Tribunale federale o con la perdita di un lavoro. Paga molto più di qualsiasi stipendio la certezza di avere fatto la cosa giusta. È quello che ho sempre spiegato ai miei figli, che oggi sono fieri della propria mamma. Questo per me è impagabile".

"Un giudice non può stare in silenzio"

Siro Quadri spiega al domenicale come "non si poteva restare a guardare in silenzio qualcosa di sbagliato". Finora, continua, "nessuno è riuscito a convincermi che abbiamo sbagliato a difendere i diritti di chi se li è trovati calpestati. Solo in quel caso potrei cambiare idea". Un giudice, secondo lui, "non può tacere di fronte a situazioni che in un rapporto di lavoro si avvicinano al concetto di molestia".

"Le autorità non hanno gestito il caso nella maniera dovuta"

Noi, riprende Verda Chiocchetti, "siamo intervenuti, facendo quello che dovrebbe fare qualsiasi cittadino, a maggior ragione se riveste una funzione di autorità, di fronte a questa situazione: cioè intervenire. Noi l'abbiamo fatto secondo la procedura e nelle competenti autorità, ma queste non hanno gestito il caso nella maniera dovuta". Ci sono vittime, continua, "che segnalano, non vengono credute, poi si cerca di sistemare le cose e alla fine vengono fuori lo stesso. E quando questo accade si dice che non doveva uscire, perché l'istituzione è sacra. Ma non deve funzionare così: l'istituzione deve avere gli anticorpi già al suo interno e i vertici devono segnalare le molestie, non tollerarle a tutela della stessa istituzione". Anche per questo Verda Chiocchetti rifarebbe tutto. "Sì, lo rifarei dall'inizio e vorrei aggiungere una cosa: Come donna giudice, una delle rare donne nella dirigenza, non potevo tollerare le molestie sulle collaboratrici. E sono ben contenta che ci sia stato un unico collega uomo, Siro Quadri, che ha preso anche lui una posizione netta. Altri uomini non hanno questa sensibilità, perché sono abituati che tutto viene tollerato. Io come donna non potevo non intervenire e sono felice che anche un uomo sia intervenuto. La collaboratrice in questione ha apprezzato molto e io sono convinta che abbiamo fatto la cosa giusta".