
Domenica si sono tenute le elezioni federali e ad oggi -in attesa del ballottaggio per gli Stati- il Mendrisiotto non ha più alcun rappresentante a Berna. L'ultimo è stato Marco Romano, consigliere nazionale del Centro, che ha deciso di non ripresentarsi. Una possibilità c'è: se Fabio Regazzi dovesse andare alla Camera dei Cantoni, Giorgio Fonio approderebbe in quella del Popolo. Ma questo lo si saprà solo il 19 novembre. A livello cantonale, invece, un consigliere di stato Momò manca dal 1991. "È un tema che fa riflettere", spiega il sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini. "Soprattutto a livello cantonale perché è importante che il Mendrisiotto sappia unirsi sui temi chiave della regione, come la fermata dei treni a lunga percorrenza, il completamento di AlpTransit o le misure atte a migliorare la situazione del traffico". Dello stesso parere è Bruno Arrigoni, sindaco di Chiasso: "Mobilità e migranti sono due argomenti fondamentali per noi. Ci sentiamo un po' abbandonati. È importante difendere le proprie posizioni a livello federale, ma lo è soprattutto a livello cantonale".
Il problema
La preoccupazione c'è, ma ora bisogna capire come si è arrivati a questo punto. "Per fare politica serve passione, è un grande impegno. Forse quanto successo è un caso, oppure il Mendrisiotto non ha delle personalità politiche abbastanza forti per superare il Ponte Diga di Melide", afferma Arrigoni. Per Cavadini, invece, "il problema non riguarda le persone, ma le dinamiche che hanno portato alla scelta dei candidati".