
Il balzo verso l’alto non passa inosservato. Se nel 2022 gli interventi affrontati dai pompieri di Locarno sono stati 487, piuttosto in linea con gli anni precedenti, nel 2023 sono saliti a 667. "Un aumento elevato ed importante dovuto soprattutto alla categoria incendi", spiega il comandante Tiziano Guarisco che aggiunge: "È da specificare che in questo numero di interventi una buona parte sono dovuti ad allarmi automatici. Alcune volte si riscontra che si tratta solamente di un falso allarme". Falsi allarmi o meno, il 2023 dei pompieri di Locarno è comunque stato impegnativo. Con Guarisco Ticinonews ha ripercorso gli interventi più significativi, come la novantina di ingaggi per la grandinata di fine agosto, che vide il coinvolgimento di 40 militi. O l’incendio di un rustico in una zona inaccessibile sopra Gordevio. Per raggiungere il posto e spegnere le fiamme nate dall’esplosione di una bombola, fu necessario il trasporto con un elicottero.
La formazione dei pompieri di Tenero
Tra le novità del 2023 anche la stessa nomina di Guarisco a comandante. Inoltre è proseguita la formazione ad hoc dei pompieri di Tenero. Questo corpo dovrebbe essere annesso a Locarno alla fine di quest’anno. "Tutti i militi del corpo pompieri di Tenero sono stati formati per tutte quelle che sono le competenze di un corpo pompieri di categoria A come quello di Locarno. In particolare penso al soccorso stradale, all’unità d’intervento tecnica, ad altre unità, missioni e corpi specifici", chiarisce Guarisco.
"La permanenza dei volontari va scemando"
A fine 2023 nel Corpo civici pompieri di Locarno militavano 122 persone, essenzialmente volontari. Un sistema - questo - che però potrebbe avere raggiunto i suoi limiti. Infatti, secondo Guarisco, "la società è cambiata, i giovani e i loro interessi sono cambiati. Questo porta ad importanti arruolamenti durante gli anni del numero di circa 20 persone, ma la loro permanenza va scemando. Se una volta si poteva calcolare su un milite pompiere per 15-20 anni, ad oggi la media è scesa a 3-4 anni". A lungo termine, il rischio è faticare a garantire l’operatività durante il giorno, quando avviene la maggior parte delle chiamate: l’anno scorso, quasi 8 su 10. "Ci sono già tantissimi datori di lavoro che favoriscono i pompieri. Ne mancano ancora alcuni, e li invito ad avere una sensibilità maggiore per dare un certo agio e spazio, e soprattutto a permettere i servizi che come pompieri dobbiamo garantire durante la fascia diurna", conclude Guarisco.