Ticino
"Nei momenti di crisi l'edilizia licenzia per primi i frontalieri"
"Nei momenti di crisi l'edilizia licenzia per primi i frontalieri"
"Nei momenti di crisi l'edilizia licenzia per primi i frontalieri"
Redazione
6 anni fa
Il sindacalista UNIA Sergio Aurieli chiede maggiori diritti per i lavoratori. "CCL in tutti i settori aiuterebbero"

L'annuncio della soppressione di 20 posti di lavoro alla Garzoni SA non è passata inosservata Oltreconfine. D'altronde quello dell'edilizia è un settore che in Ticino occupa 4'000 frontalieri su un totale di circa 8'000 addetti e, soprattutto, presenta una forte componente stagionale.

La notizia è stata ripresa anche da La Provincia di Como, che ha evidenziato come dal settembre 2017 al settembre 2018 ben 200 posti di lavoro sono andati persi. Molti dei quali, evidenzia il foglio comasco, appannaggio di lavoratori frontalieri.

Oltre alla Garzoni e alla Ennio Ferrari, altre aziende edili del Mendrisiotto starebbero inviando delle lettere di licenziamento. "È la prova che i frontalieri sono considerati l'ammortizzatore dell'economia ticinese - ha spiegato il sindacalista Sergio Aureli al quotidiano - Quando c'è richiesta di manodopera si attinge a quella frontaliera, mentre nei momenti di crisi non si fa altro che licenziare in primis i frontalieri".

Aureli auspica dunque dei correttivi attraverso una redistribuzione della ricchezza non solo in termini economici ma anche di diritti, come ad esempio dei contrati collettivi di lavoro in tutti i settori".

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