Politica
Natalità, partiti spaccati sugli assegni famigliari
L’aumento degli assegni famigliari spacca in due i partiti. Dopo il poker calato dal Centro a favore della natalità oggi la commissione della sanità ha firmato due rapporti: uno di maggioranza, firmato da PLR, UDC e Lega, che ridimensiona le proposte; l’altro, di minoranza, sostenuto da Centro e sinistra, che le sostiene. Ora la palla passa al Gran Consiglio.

In Ticino si fanno sempre meno figli. Nel 2024 si è registrato il numero di nascite più basso degli ultimi 40 anni. Una crisi demografica che preoccupa, ma sulla quale la politica fatica a trovare una visione comune. Questa mattina, la Commissione sanità e sicurezza sociale ha firmato due rapporti ma solo uno, quello di minoranza, sposa la via tracciata dal Centro e sostenuta dalla sinistra.  “A spaccare sono le misure con un impatto finanziario come rendere gratuiti gli asili nido per il ceto medio e aumentare gli assegni famigliari da 215 a 315 franchi” ha dichiarato l’iniziativista del Centro Claudio Isabella.

Il freno della maggioranza

Il rapporto di maggioranza – firmato da PLR, UDC e Lega – condivide solo in parte le proposte. I firmatari riconoscono la gravità del problema, ma chiedono di ridimensionare il pacchetto, soprattutto sul fronte finanziario. “Non è dando più soldi che le persone cominceranno a fare figli e le casse del cantone non possono permettersi una spesa ulteriore di 200 milioni di franchi” ha affermato il deputato PLR Matteo Quadranti

Il “poker” del Centro per invertire la tendenza

Il Centro aveva presentato un pacchetto di quattro iniziative: maggiori aiuti economici alle famiglie, la creazione di un dipartimento responsabile della politica demografica, misure per conciliare lavoro e famiglia e agevolazioni fiscali per i giovani che vogliono acquistare casa. La proposta – spiega il deputato Claudio Isabella – nasce dalla necessità di contrastare un trend che rischia di compromettere la sostenibilità economica e sociale del Cantone.

Punti d’intesa

Nonostante le divergenze, alcuni elementi hanno trovato il consenso di entrambe le parti. Sia il rapporto di maggioranza che quello di minoranza approvano l’idea di introdurre nei percorsi scolastici il valore culturale della famiglia. Concordano anche sull’importanza di attribuire la responsabilità politica in materia demografica a un Dipartimento specifico.

Verso un confronto acceso in Gran Consiglio

A giugno le proposte approderanno in aula. Due rapporti, due visioni. E uno scontro politico già annunciato. Se da una parte si sottolinea l’urgenza di agire per il futuro del Cantone, dall’altra si chiede prudenza e sostenibilità. I numeri però parlano chiaro, in Ticino nel 2024 si è registrato il numero di nati più basso degli ultimi 40 anni.