Ticino
Natale in corsia: “Impariamo dal 2020”
Redazione
5 anni fa
Il personale della Carità di Locarno, come di ogni ospedale, si prepara a passare le feste al lavoro, ma il periodo impone comunque delle riflessioni. Michael Llamas: “Non è un anno da dimenticare, cerchiamo di trarne una società migliore”

Buona parte dei 338 pazienti ricoverati nelle strutture ticinesi si trova all’ospedale La Carità di Locarno e passerà le vacanze in ospedale, come il personale. Teleticino ieri si è recata sul posto per capire com’è la situazione e se c’è il timore che dopo le festività natalizie arrivi una terza ondata: “È una situazione abbastanza stabile, come ha spiegato il nostro medico cantonale”, risponde Michael Llamas, direttore sanitario del nosocomio, “un altopiano dove i pazienti entrano ed escono e siamo in grado di controllare il numero dei pazienti in ospedale”

“Sopporteremo anche una quarta e quinta ondata, se necessario”
“Sono sicuro che tutti gli attori del sistema sanitario hanno sufficiente forza e resilienza da poter affrontare anche questa seconda/terza ondata e anche un’eventuale quarta e quinta”, rassicura Llamas, “questa fase è un po’ più delicata nel senso che dura più a lungo. Gli elementi che dobbiamo considerare sono molti di più rispetto all’urgenza della primavera ma abbiamo avuto i mesi d’estate per poterci preparare a quanto accaduto e quanto avverrà”

Natale in corsia
Come aggiunge poi la responsabile del servizio infermieristico Silvia Gonçalves in questo mestiere si lavora 7 giorni su 7 a orari diversi e alla fine un giorno vale l’altro. Ma il Natale resta qualcosa di speciale in cui bisogna essere particolarmente vicini ai parienti: “Essere ricoverati durante le feste non è mai cosa gradita. Noi come tutte le giornate ci organizziamo affinché le visite, ovviamente coordinate, possano avvenire e i pazienti possano ricevere i loro parenti. Anche il giorno del compleanno dei pazienti siamo attenti alla particolarità della giornata e vale lo stesso per il Natale”.

“Ogni settimana scopriamo cose nuove”
Il Covid è entrato negli ospedali d’improvviso e dopo quasi un anno i medici hanno ormai imparato a conoscerlo. Ma quanto si sa dei suoi effetti? “Questo virus lo conosciamo meglio ma non completamente”, spiega Lllama, “ogni settimana scopriamo delle novità. Abbiamo dei pazienti che si sono ammalati questa primavera che possiamo rivedere per capire gli effetti a lungo termine del virus. In più, il virus si manifesta in nuovi modi. Siamo quindi ancora in fase di scoperta ma ora è qualcosa di non completamente nuovo”. Cosa si sa sugli effetti a lungo termine? “I nostri pneumologi ci danno dei feedback abbastanza rassicuranti, nel senso che la funzione dei polmoni nella stragrande maggioranza dei pazienti è tornata normale. Una guarigione completa è quindi possibile”.

“Ricordare il 2020 per creare una società migliore”
Qual è il messaggio alla popolazione di chi è in prima linea? “Più che dire quanti devono stare a tavola o cosa fare, perché ormai lo si sa benissimo, dico che penso che riusciremo a risorgere da questo momento buio”, spiega Llamas, che però aggiunge: “Vorrei che ognuno si rendesse conto che il 2020 non è stato solo negatività, non è un anno da dimenticare. È un anno da cui trarre insegnamenti. Dobbiamo capire cosa è stato positivo per la nostra società, cosa potrebbe farci crescere ancora e ricordarcelo. Non pensare di gettare un colpo di spugna e dire ‘quest’anno non è esistito’. Quest’anno è esistito, con le sue tragedie e il suo positivo, ed è di quest’anno che dobbiamo nutrirci per andare avanti con una società che spero sia almeno un po’ migliore”.

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