
Dopo la fase acuta, la malattia da COVID-19 lascia spesso una sintomatologia assai variegata di problematiche respiratorie, cardiache, cutanee, psicologiche, neuromuscolari, neurologiche, renali e metaboliche che possono persistere anche per un tempo relativamente lungo, di settimane se non addirittura di mesi, a volte assieme a una prolungata perdita del gusto e dell’olfatto.
La grande esperienza acquisita nel corso degli ultimi 13 mesi dai curanti della Clinica Luganese Moncucco nella gestione dei casi COVID-19 viene ora messa a disposizione anche di quei pazienti “guariti” dal virus ma che, dopo diverse settimane, manifestano ancora rilevanti sintomi. La creazione di uno specifico ambulatorio multi specialistico vuole favorire una collaborazione tra medici specialisti, medici di famiglia e personale paramedico e medico-tecnico, che permetta uno scambio di informazioni sul singolo caso e più in generale sulla malattia che è stata definita “Long COVID”.
Il Dr. Pietro Antonini, che proprio nel febbraio 2020 ha diagnosticato il primo caso di infezione da SARS-CoV-2 in Svizzera informa: “Nella nostra esperienza di Centro COVID-19 del Canton Ticino, abbiamo potuto costatare che non pochi pazienti con malattia da COVID 19 faticano a ritrovare, entro 4 settimane (COVID “continuato”) o 12 settimane (sindrome post-COVID) dalla malattia acuta, la loro normale situazione di benessere. Con la Direzione della Clinica ci è quindi sembrato utile e necessario fornire una risposta multidisciplinare e strutturata ai problemi di salute e alle ansie dei pazienti che mostrano sintomi da COVID-19 continuato o una sindrome post-COVID, garantendo loro un percorso di cura che permetta di rassicurarli sulle possibilità e sulle tempistiche di guarigione.” Il Dr. Antonini, responsabile del nuovo ambulatorio spiega inoltre: “Non è per il momento chiaro se si tratti di una sindrome a sé stante o se si tratti semplicemente di una sintomatologia post-infettiva acuta, che poco si differenzia da quanto spesso si osserva dopo una malattia di Dengue o una Mononucleosi”.
Il progetto in questione prevede di sviluppare un approccio multidisciplinare che ad oggi non rappresenta lo standard nella medicina e che, proprio per questa ragione, non è contemplato dal sistema di finanziamento delle prestazioni sanitarie o lo è in modo molto marginale. Questo aspetto limita fortemente lo sviluppo di progetti simili, che sembrano ad oggi garantire al paziente maggiore sicurezza e un’elevata efficacia. Per questa ragione il supporto finanziario della Fondazione Rosi si rivela particolarmente importante. Sarà infatti quest’ultima a finanziare prestazioni quali il coordinamento degli specialisti e la raccolta di dati che saranno preziosi per valutare l’efficacia del progetto che prenderà avvio a breve. “La nostra famiglia” riferisce il Signor Francesco Rosi “è orgogliosa di poter essere al fianco della Clinica Moncucco nella lotta alle conseguenze di questa complicata malattia, che ha stravolto la vita di tutti durante questo ultimo anno e mezzo, e di poter dare un contributo concreto a chi ancora ne porta le conseguenze”.
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