
Una giovane ticinese è stata multata per essere stata beccata al telefono mentre era alla guida. Ma lei non ci sta e protesta: "Ho telefonato dalle 10.47 alle 10.56, poco prima che appendessi sono stata vista da un non meglio specificato “collega”. Un paio di minuti dopo, attorno alle 11, mi ferma la polizia in dogana e mi fa la multa. Ma avevo il bluetooth".
Nonostante le spiegazioni, la polizia non ha voluto sentire ragioni: "Quello che mi dà fastidio è che sulla mia macchina è dimostrato che la chiamata è stata fatta con il bluetooth, eppure ogni spiegazione è stata vana. E gli agenti hanno cambiato addirittura versione due volte, mi sento vittima di una vera e propria ingiustizia".
Per saperne di più, Ticinonews ha interpellato la Polizia cantonale riguardo alla decisione di comminare una multa disciplinare all’automobilista malgrado le prove fotografiche dell’utilizzo e in mancanza di una legge specifica.
La risposta è stata la seguente: "La Polizia cantonale non commenta e non si esprime su singoli episodi relativi a multe comminate. La persona ha la possibilità di far valere le sue ragioni nell’ambito dell’iter contravvenzionale. Non possiamo esprimerci senza conoscere la fattispecie".
Quello delle multe per telefonate alla guida è un tema che continua a far discutere. Lo scorso novembre un automobilista ticinese è riuscito a farsi revocare in Pretura Penale una multa per l'uso del telefono mentre era alla guida. Fermato da un agente di polizia che lo voleva multare di 100 franchi, l'uomo ha avuto l'intuizione di fare un printscreen del proprio smartphone, dimostrando che durante la chiamata stava effettivamente utilizzando un dispositivo bluetooth.
L'agente invece non è riuscito a dimostrare che l'automobilista avesse in mano il telefono al momento del fermo. Adesso l'uomo chiede un'indennità per le spese legali sostenute: il giudice al momento le ha rifiutate ma resta sospeso un ricorso contro questa decisione.
© Ticinonews.ch - Riproduzione riservata