
Come una fenice, il Mulino di Maroggia è finalmente risorto dalle sue ceneri. Era il 23 novembre di 3 anni fa, quando la struttura fu completamente avvolta dalle fiamme. Un incendio partito dal magazzino, ma per il quale le cause non sono tutt’ora certe. I lavori di sgombero e bonifica sono durati più di una settimana e il restauro della parte produttiva è iniziato a marzo quest’anno. Un progetto da circa 12 milioni di franchi che ha permesso all’azienda di ripartire in completa autonomia. Ticinonews ne ha parlato con il direttore Alessandro Fontana, che ci ha spiegato che “per quanto riguarda la parte operativa i lavori generali sono terminati e da circa una settimana stiamo già producendo in loco”. Il lavoro ora consiste quindi, ci spiega sempre Fontana, nel ricostruire l’inventario “dei quasi 50 prodotti che avevamo prima dell’incendio. Si tratta quindi di trasportare tutti i prodotti che venivano fatti dal collega nel nuovo sito di produzione qui a Maroggia, e questo richiederà un po’ di tempo”.
Impianti di ultima generazione
In una prima fase il grano ticinese che si era salvato dalle fiamme veniva portato in un altro mulino per la lavorazione. Nei due anni a seguire - quindi nel 2021 e nel 2022 - tutta la produzione era stata pertanto trasferita. Oggi, invece, Maroggia dispone nuovamente di un proprio mulino con degli impianti di ultima generazione. “Tutto l’impianto rappresenta una novità: le macchine sono sempre quelle, ma con gli standard del 2023”. Fra le novità ci sono anche nuove macchine per la fase di lavorazione, “che prima non avevamo, quindi il parco macchine è stato ampliato e a questo si aggiunge la parte di automazione”.
Altre novità
Ma le novità non finiscono qui: nel nuovo impianto ci sono infatti “i nuovi sistemi di pesatura che sono in grado di pesare il prodotto mentre transita - senza doverlo quindi per forza fermare -, mentre a livello di pulitura del prodotto del grano abbiamo inserito una selezionatrice ottica: una macchina che analizza ogni chicco grazie a più telecamere, e in una frazione di secondo è in grado di eliminare il chicco difettoso, così come un sasso o un pezzo di materiale estraneo”. In aggiunta, anche l’area dedicata alla bagnatura del grano (una fase preliminare a quella della macinazione, al fine di ammorbidire la crusca) “è stata realizzata completamente in acciaio inossidabile, proprio perché avendo dell’acqua all’interno del prodotto, a livello igienico era il miglior materiale a disposizione e abbiamo deciso di optare per il meglio”.
Ecosostenibilità
Fontana ci ha poi portati sul tetto del nuovo impianto, dove ci ha mostrato la nuova installazione (ultimata proprio oggi) “per il recupero dell’aria calda. All’interno dell’impianto si producono infatti grossi volumi di aria, sia di traspirazione sia per via del trasporto dei prodotti. Quest’aria si scalda grazie alla nostra lavorazione e in inverno la recuperiamo per riscaldare l’impianto”. Oltre a questo è anche prevista l’installazione di un impianto fotovoltaico, “in modo da avere non solo un nuovo impianto, ma anche un occhio di riguardo al clima”.
Sicurezza
Impianti che, oltre a essere all’insegna dell’ecosostenibilità, dispongono anche di importanti sistemi di sicurezza. Questa rinascita è stata infatti possibile anche grazie al supporto della comunità locale e dall’ottimismo di tutte le persone intorno a questo progetto. “Siamo contenti di quello che abbiamo. Non nascondo però che è stata dura, sono stati tre anni intensi durante i quali non è stato facile perché dovevamo contemporaneamente ricostruire l’azienda e continuare a servire i clienti. Però ribadisco, siamo contenti di quello che abbiamo e io ho sempre visto il bicchiere mezzo pieno”, conclude Fontana.