
Riceviamo e pubblichiamo il comunicato inviatoci dal MPS:
“Non passa giorno senza che il padronato, pubblico o privato, rivendichi la necessità di peggiorare ulteriormente le condizioni di lavoro dei salariati e delle salariate. Tutto passa al vaglio delle proposte padronali: salario diretto, salario differito (pensioni), salario sociale (attraverso, ad esempio, una sistematica politica di taglio alla spesa pubblica); a questi si aggiungono gli attacchi relativi alle condizioni di lavoro: flessibilizzazione e precarizzazione dei rapporti di lavoro, aumento dell’orario.
Non è un caso, ad esempio, che i due più importanti contratti collettivi di lavoro (CCL) che si stanno negoziando in questo 2018 (industria delle macchine e settore principale dell’edilizia) vedano il padronato deciso nella richiesta di un aumento dell’orario di lavoro e dei margini di flessibilità (già molto ampi). È una dinamica alla quale assistiamo in tutta Europa, con qualche eccezione, e che non sorprende: attraverso l’aumento del tempo di lavoro il padronato aumenta i propri margini di profitto. Tutto questo avviene in un contesto in cui il discorso dominante, persino quello sindacale, è rivolto a surreali riflessioni sull’industria 4G o sulla cosiddetta economia numerica. Discorsi che, molto spesso, arrivano a mistificare la realtà, sovrapponendo ad una visione dei reali rapporti di lavoro immagini idilliache di nuove forma di libertà e di autodeterminazione.
Oggi più che mai è invece necessario rilanciare la discussione sulla diminuzione del tempo di lavoro a parità di salario . Le nuove tecnologie (a cominciare dalla robotizzazione) offrono grandi possibilità per liberare chi lavora da mansioni pesanti, ripetitive, oppressive; a condizione, evidentemente, di rimettere in discussione la logica del capitale, tesa ad utilizzare tali strumenti in una prospettiva di sviluppo dei profitti. Abbiamo pensato quindi di dedicare una serata pubblica di discussione a questo tema, chiedendo a due sindacalisti di esprimersi sulla questione.Lo faremo con la presenza di un sindacalista della FIOM-CGIL di Bergamo che ha condotto le trattative (alla fabbrica di trattori SAME) che hanno portato ad un accordo “storico” per la regione e per l’impresa che prevede la diminuzione dell’orario di lavoro a 38 ore settimanali senza diminuzione di salario. Sul tema, in un’ottica più locale e nazionale, interverrà anche un sindacalista attivo nel nostro cantone nei diversi settori economici.
Sarà un’occasione per riflettere e rilanciare la discussione su una tema da troppo tempo finito nel dimenticatoio da parte del movimento sindacale e della sinistra.”
L’incontro intitolato “Contro disoccupazione e precarietà: lavorare meno, lavorare tutti/e”, che vedrà la partecipazione di Simone Grisa, sindacalista Fiom SAME Bergamo, e Vincenzo Cicero, sindacalista Unia Ticino, si terrà alla Casa del Popolo di Bellinzona, il 14 giugno alle 20:30.
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